Tutti i popoli della Terra, dalla Groenlandia alla Patagonia, serbano gelosamente le vicende delle loro origini, leggende, saghe, mitologia, tutto si richiama a un lontanissimo passato, sconosciu...

Cultura e Società postato da claudio alessandri || 13 anni fa

 

Tutti i popoli della Terra, dalla Groenlandia alla Patagonia, serbano gelosamente le vicende delle loro origini, leggende, saghe, mitologia, tutto si richiama a un lontanissimo passato, sconosciuto alla storia.

Quando le vicende politiche, militari e della vita di ogni giorno, vennero narrate dagli storici, queste tradizioni, tramandate oralmente per secoli, non vennero dimenticate, gli storici se ne servirono quale base di partenza per la “storia ufficiale”; le citarono in forma dubitativa, ma anche in questo modo, le confermarono quale forma parallela della storia scritta.

Per storia parallela si intende un percorso lineare degli eventi degni di nota, arricchiti e ampliati da narrazioni fantastiche a “vestire” un grande battaglia, un amore contrastato, tutto insomma speculare alla storia reale, come è noto in geometria due parallele non si incontrano mai, lo stesso avviene tra storia e leggenda, ma in ogni caso reali e tangibili entrambi.

Fra l’altro è bene fare una considerazione banale, senza dubbio, ma normalmente trascurata. La così detta “storia ufficiale”, risponde a dei precisi canoni, influenzati ovviamente da un determinato “momento”, quindi ciò che viene narrato è “ingabbiato” entro fattori esterni che inevitabilmente la condizionano, e non bisogna limitare questo concetto ad un lontanissimo passato, anche se limitato a pochi anni, è incontrovertibile, leggiamo su libri di storia, fatti e misfatti che il tempo “galantuomo” ci mostra nella cruda realtà, certamente poco edificante.

Concludendo, la “storia ufficiale” non vuole volontariamente stravolgere la volontà, ma inconsciamente ciò è avvenuto, avviene e continuerà a avvenire, la “storia parallela” non mente, narra gli identici eventi in modo del tutto personale, aggiunge alla realtà cruda e gelida, quel tocco di poesia fantastica che concorre a dare una veste accettabile anche ai fatti più tristi.

In questa personale Naire Feo, racconta per immagini e secondo il suo vedere stilistico, numerose leggende riferite alla Sicilia, terra dai più definita “del mito” a giusta ragione poiché questa isola è stata il crogiuolo di molteplici popoli, ognuno dei quali, insieme alla “storia ufficiale” immortalata da celeberrimi studiosi, cronisti e storici, ha aggiunto le proprie leggende legate alle battaglie famose, ad amori sconvolti da crudeltà inenarrabili, a fantastiche ricostruzioni di vite di santi e di eroi.
Naire, fornisce una sua interpretazione visiva a leggende che scivolano verso la favola, oppure favole che hanno uno sviluppo da avvenimenti realmente accaduti. Ho potuto constatare personalmente che il popolo, così detto minuto, è più disposto ad ascoltare gli accadimenti storici e non, sotto forma di leggenda, interessandosi poco dell’arida e pedante, a volte, realtà.

Evidentemente tra le opere di questa artista non poteva mancare la leggenda di re Artù, quella della Pantofola della Regina, Santa Rosalia, non poteva mancare quella di Colapesce, un essere dotato di capacità natatorie eccezionali e non poteva mancare lo “Stupor Mundi” Federico II di Svevia, ed altre ancora che si inseriscono con delicatezza o troculenza, nei fatti storici di un’isola che dalla sua posizione geografica trasse notevoli vantaggi commerciali, posta al centro del Mediterraneo, divenne ben presto il desiderio di tutte le potenze europee e mediorientali, conobbe grande gloria e indicibile dolore.

Non esiste su tutto il globo terracqueo una terra come la Sicilia che espresse e in parte esprime ancora ai giorni nostri, una valenza culturale tanto vasta e varia. Naire Feo fa parte integrante di questa cultura, la interpreta nei suoi dipinti dallo stile inconfondibile, attraente come le leggende che traduce in figura, non rappresentazione favolistica, ma una realtà scaturita da fatti storici che percorrono secoli e secoli di vita quotidiana, di eventi eclatanti che permeano l’animo popolare lenendo parzialmente la fame e la miseria di un popolo che vide, soltanto vide, ma non ne fece parte, delle glorie greche, romane, bizantine, arabe, normanne, sveve; ebbe un sussulto di amor proprio contro gli abusi subiti dagli angioini, i “Vespri Siciliani”, per subito tornare nell’anonimato di dominazioni straniere che atterrarono con la violenza il desiderio di libertà di un popolo, quello siciliano che per lo “straniero” ebbe la valenza di una miniera ricca da coltivare fino a esaurirla.

Non valse a mutare il destino siciliano il sangue versato per l’unità d’Italia, passò solamente di mano, tradendo le promesse e consegnando la “Nazione” Sicilia ad altri carnefici, questa è ciò che è la realtà odierna, altro non è che una tragica conferma.

La mostra dal titolo “La Mia Isola” si inaugura l’11 febbraio 2011 alle ore 18,00 presso il Centro Congressi Marconi – Alcamo (TP) – ed è visitabile fino a giorno 18 febbraio 2011 – orari 9,30/13 – 16/20

Claudio Alessandri

Fonte: http:// http://www.blogsicilia.it/blog/miti-e-leggende-nella-personale-di-naire-feo/29966/