La settimana sui mercati finanziari è stata caratterizzata dalla forte influenza delle banche centrali, che hanno spinto al rialzo soprattutto euro e sterlina. Ma è chiaro che il mondo della finanz...

Mercati finanziari: l'azionario è turbolento, bene l'euro nel valutario

Finanza postato da serpentediterra || 6 anni fa

La settimana sui mercati finanziari è stata caratterizzata dalla forte influenza delle banche centrali, che hanno spinto al rialzo soprattutto euro e sterlina. Ma è chiaro che il mondo della finanza è tutto intercollegato, per cui ciò che accade in un ambiot (come quello valutario), esercita effetti anche su altri ambiti (come l'azionario).

Le dinamiche in atto sui mercati

Le comunicazioni dei numeri uno di BCE e Bank of England (Draghi e Craney) hanno fatto colpo sugli investitori. L'euro si è spinto abbondantemente sopra quota 1.14 contro il dollaro (abbiamo seguito il mercato con trading cog belkhayate strategia), sulla scia della convinzione che la Banca Centrale Europea possa operare una stretta monetaria. Molti analisti hanno rivisto le loro previsioni sull'euro-dollaro, adesso visto al rialzo a 1,16 entro la fine dell'anno.

Bene anche la sterlina, che viaggia spedita dopo che Carney ha modificato il suo atteggiamento prudente. Pesa il fatto che nel corso dell'ultimo meeting BoE, ben 3 membri su 8 avevano già votato per operare una svolta restrittiva nella politica monetaria. Svolta che però è stata rinviata al futuro. Intanto il pound vola sul dollaro (suggeriamo di esaminare il grafico di trading con il Money Flow index indicatore trading).

Il comparto azionario

Il nervosismo intanto investe il mercato azionario. Del resto non è la prima volta che il mese di giugno rappresenta un motivo di tensione tra gli investitori. Lo S&P resta fortemente influenzato dal Delta System, che tiene tutti su chi va là.

Piazza Affari nel frattempo continua a combinare una elevata volatilità ad una direzionalità tutto sommato contenuta. Il Ftse Mib si presenta in area 20.750, con un vantaggio dello 0,2%. Tra le blue chips si segnala soprattutto l'impennata di Unipol, che sale di oltre il 2% dopo l'apporvazione del piano di ristrutturazione del comparto bancario (verrà creata una newco al quale andranno le sofferenze in capo a Unipol Banca di circa 3 miliardi).