Intervista a Marco Bonfanti, giovane regista cinematografico.

Marco Bonfanti, giovane regista

Cinema postato da Elio Montingelli || 13 anni fa

Ormai è trascorso un anno da quando Marco Bonfanti vinse qui al nostro festival in Molise. Un anno in cui il suo mediometraggio, "Ordalìa", ha girato in molti festival, anche all'estero.

"Ordalìa" racconta la vicenda di questa ragazza, Francesca, che lotta contro i suoi sensi di colpa provocati dal cattolicesimo per cercare di salvare suo padre che ha avuto un infarto. Una vicenda che avrà un esito finale doloroso e insieme felice, in una girandola di emozioni davvero forti, che qui al festival hanno provocato grande commozione tra il pubblico.

Ecco il Trailer del film:

 

 

Facciamo ora qualche domanda al giovane regista:

 

Come ti è venuta l'idea di "Ordalìa"?

In realtà il film ha avuto una genesi un po' particolare, nel senso che si tratta di una storia semi autobiografica. Dico semi, perché alcune cose che accadono nel film sono di fantasia. Sono convinto che l'eccesso di sublimazione in un'opera possa essere persino pericoloso, con il rischio principale di psicanalizzarsi fin dove non si dovrebbe.

 

Quindi il film di cosa parla?

Il film è un viaggio dentro di me. Ho cercato di dare corpo ai miei sentimenti più profondi, più intimi. Ho lavorato senza una struttura sceneggiatoriale solida proprio per cercare di essere il più sincero possibile e per riuscire a trasformare in immagini quell'esperienza interiore che vissi in età adolescenziale. Alla fine, poi, mi sono accorto che il film conteneva anche un'analisi piuttosto dura nei confronti del senso di colpa e di come esso ci sia inculcato, sin da piccoli, proprio dal cattolicesimo. Un problema molto italiano, direi.

 

E' stato difficile produrlo?

Il film è costato poco meno di 1000 euro, quindi una cifra quasi irragionevole per fare un prodotto di 23 minuti. Ovviamente abbiamo lavorato tutti gratis e solo quando tutti erano disponibili. Far coincidere gli impegni è stato davvero complesso. Per esempio, capitava che il direttore della fotografia dovesse andare via a mezzogiorno per impegni personali e così il film veniva rinviato di una settimana o, spesso, a una data indefinita. Io stesso, la sera, lavoravo per mantenermi gli studi universitari. Inoltre abbiamo girato con una MiniDv e senza fari per risparmiare. Come se tutto ciò non bastasse, io mi sono messo pure d'impegno per complicare il tutto dirigendo un cane non addestrato e senza controfigura. Sfiancante, ma anche stimolante e, visto oggi, persino divertente.

 

Ti ritieni soddisfatto della distribuzione del film?

Sì, molto. Con queste premesse produttive e tecniche poco più che amatoriali, non ci aspettavamo certo tutte queste selezioni ai festival né i premi a livello nazionale che abbiamo conquistato. Ma più di tutto, "Ordalìa" mi ha permesso di conoscere persone che lavorano già da tempo nell'ambiente cinematografico, con le quali sono rimasto in stretto contatto e che stanno arricchendo la mia esperienza e la mia cultura.

 

E noi auguriamo a Marco di portare avanti come sta facendo i suoi nuovi progetti con la speranza possa tornare presto a trovarci.

Elio