Che il Web e il digitale siano non solo il futuro, ma anche il presente è ormai un dato di fatto: sembrano essersene accorte anche le Pmi italiane, che non possono più fare a meno di puntare su uti...

Le imprese italiane cercano talenti digitali

Lavoro postato da ElenaVe || 6 anni fa

Che il Web e il digitale siano non solo il futuro, ma anche il presente è ormai un dato di fatto: sembrano essersene accorte anche le Pmi italiane, che non possono più fare a meno di puntare su utilizzo dei big data, contaminazione con le startup ed e-commerce per competere nei nuovi scenari. E il primo passo è quello di cercare sul mercato professionisti dedicati a queste attività.

Le Pmi guardano online. L'ultima conferma arriva da una ricerca svolta su circa 550 aziende e condotta da TAG Innovation School, la scuola dell'innovazione di Talent Garden, insieme a Cisco Italia e Intesa Sanpaolo. In sintesi, gli esperti hanno evidenziato che nei prossimi tre anni le PMI italiane si orienteranno principalmente su tre attività in ambito digitale, ovvero utilizzare i big data, farsi contaminare dalle startup e potenziare la vendita online.

Primo passo, creare la rete. Questa tendenza ha un doppio riflesso: da un lato, serve scegliere un "partner" affidabile ed esperto per gestire le proprie strutture online; un segmento in cui si contraddistingue l'offerta di flamenetworks.com, azienda specializzata in consulenza Ict e servizi come server dedicato o hosting professionale. L'altro fattore decisivo per le aziende sarà quello di dotarsi di figure professionali in grado di attuare davvero questa "rivoluzione".

La ricerca del personale. In particolare, dal sondaggio emerge che in ampissima parte le PMI italiane vede l'innovazione digitale come una risorsa per ridurre i costi aziendali, interpretando inoltre l'automazione e i servizi in cloud come possibile volano per aumentare la propria produttività. La digital transformation, invece, potrebbe portare vantaggi soprattutto grazie al miglioramento della relazione con i clienti e dell'organizzazione interna. Per intercettare questi cambiamenti, nei prossimi tre anni gli organici delle Piccole e medie imprese italiane, che compongono la stragrande maggioranza del tessuto produttivo (circa il 90% del totale) dovranno prevedere esperti di strategie di marketing digitale (ovvero Digital Marketing Specialist), specialisti nell'analisi di dati (Data Analyst), consulenti per l'attuazione della "digital transformation" (Digital Officer) e sviluppatori di soluzioni mobile (Mobile Developer).

Annunci in aumento. In realtà, già negli ultimi anni le professioni legate al mondo digitale hanno avuto un ruolo trainante per lo sviluppo del mercato del lavoro in Italia, e grazie alle loro caratteristiche di innovazioni si confermano come posizioni molto richieste dalle aziende, perché in grado di apportare valore aggiunto in un mercato sempre più competitivo. All'interno del settore ICT, le ultime ricerche evidenziano come la categoria largamente più ricercata sia quella di Informatica, IT e Telecomunicazioni, che raggruppa l’80,9% delle offerte totali e risulta a fine 2016 in crescita del 15,3% rispetto al 2015; seguono a distanza gli annunci relativi ad Amministrazione e contabilità e Marketing e comunicazione.

Una strada ancora lunga. Tuttavia, la strada da compiere è ancora molto lunga: come ricorda Alessandro Rimassa, direttore di Tag, "lo stato di digitalizzazione delle nostre aziende è ancora lontano dagli standard internazionali". Pertanto, l'obiettivo generale da realizzare è "aiutare aziende e persone a orientarsi e intraprendere con decisione la strada del digitale, così aiutiamo il sistema economico del Paese".

L'innovazione deve essere aperta. Secondo Vittorio Meloni, direttore Relazioni Esterne di Intesa Sanpaolo, "innovazione, formazione e trasformazione digitale sono gli elementi irrinunciabili e improrogabili per la crescita delle imprese del nostro Paese", mentre Enrico Mercadante, responsabile per l'Innovazione di Cisco Italia, reputa importante la tendenza delle aziende "all'uso del digitale per cambiare organizzazione e processi interni, così da diventare più efficienti, rafforzare la collaborazione, attrarre talenti; ed è importante che molte non perdano di vista il tema della sicurezza". Questa sensibilità, inoltre, significa anche che le Pmi italiane hanno compreso che "la digitalizzazione non si fa da soli, ma creando alleanze, come dimostra il grande interesse per le startup, in un approccio di innovazione aperta".