Da qualche giorno la casa editrice Nuova Ipsa di Palermo ha licenziato l’ultima fatica letteraria dello scrittore Claudio Alessandri dal titolo  “La Città di Palermo, Cenni di storia architettonica...

Cultura e Società postato da anna scorsone || 11 anni fa

Da qualche giorno la casa editrice Nuova Ipsa di Palermo ha licenziato l’ultima fatica letteraria dello scrittore Claudio Alessandri dal titolo  “La Città di Palermo, Cenni di storia architettonica dalla fondazione ai primi anni del XX secolo”.

Dare un’idea delle caratteristiche architettoniche di una città come Palermo, non  è affatto semplice, specialmente, come in questo caso, in quanto la descrizione storico-architettonica, copre un lunghissimo arco di tempo durante il quale Palermo risentì, in positivo e in negativo, tutti i cambiamenti che comportarono le tante dominazioni, diverse nella storia come nella concezione costruttiva.

Può sembrare assurdo, ma Palermo e la Sicilia in generale, non hanno mai goduto di una loro indipendenza politica: subirono la conquista di svariate dominazioni straniere e questa circostanza fu di giovamento alla sua cultura letteraria, storica e architettonica, ma solo sotto i Normanni e gli Svevi con Federico II, si poté parlare di forme politiche  “in fiere”, non determinate dal volere dei conquistatori, ma integrate alla storia locale.

Ecco come Claudio Alessandri  descrive Palermo

Com’era bella Palermo la notte

Una notte ho rivisto le stelle incastonate nel cielo di inchiostro

Mentre la luna cercava rifugio dietro la collana dei monti

Come era bella Palermo la notte,

camminavo per le strade deserte e silenti,

punteggiate da rare luci di tremolanti

lampade ad olio dal lucore fioco.

Camminavo per le strade deserte

inebriandomi del profumo delle spezie preziose d’Oriente.

Udivo il richiamo del Muezzin che invitava alla preghiera,

poi l’allegro scampanio della grande chiesa,

un tempo anch’essa moschea e tornata alla fede cristiana,

assistette al trionfo di Ruggero il Normanno

E l’incoronazione del grande Federico,

chiamato la  “Luce del mondo”.

Sento il sussurro musicale delle fontane

che ci raccontano di sospiri d’amore,

di pianto disperato di bimbi strappati dalle braccia delle madri,

figlie di d’Angiò² imploranti un impossibile perdono per colpe

non loro, nei giorni del Vespro vendicatore

a punire l’oltraggio e l’onore.

Com’era bella Palermo la notte,

incantata dai raggi della luna

che tenui cercavano ombre alle statue della grande piazza.

Com’era bella…  adesso non più.

Fonte: http://www.siciliainformazioni.com/sicilia-informazioni/40756/la-citta-di-palermo-secondo-claudio-alessandri