La scelta di passare al fotovoltaico è vantaggiosa sotto molti punti di vista, soprattutto se si considerano l’impatto ambientale e il risparmio economico nel lungo periodo, ma non mancano le dif...

L’invenzione che migliorerà l’efficienza del fotovoltaico

Tecnologia postato da redazione26 || 12 anni fa

 

La scelta di passare al fotovoltaico è vantaggiosa sotto molti punti di vista, soprattutto se si considerano l’impatto ambientale e il risparmio economico nel lungo periodo, ma non mancano le difficoltà iniziali, che limitano la diffusione di questa tecnologia.

Gli ostacoli maggiori che si affrontano nella realizzazione di impianti fotovoltaici riguardano l’efficienza produttiva e l’investimento iniziale. Si tende ancora a preferire soluzioni a energia non rinnovabile perché in molti casi la produzione, che proviene dal fotovoltaico, non riesce a coprire le esigenze energetiche di molte imprese. Una volta migliorato quest’aspetto anche il freno dovuto ai costi iniziali sarà ammortizzato in tempi minori.

Nel campo della ricerca è stato fatto molto negli ultimi anni, la tecnologia legata ai pannelli fotovoltaici è migliorata in termini di efficienza e qualità dei materiali utilizzati. Tra i laboratori più attivi, che si sono distinti in questo campo, c’è quello del professor Nico Hotz, docente di ingegneria meccanica presso la Duke University, nel North Carolina.

Il professore e il suo team sono intervenuti sul sistema termovettore dei pannelli solari, creando una miscela di composti in grado di essere impiegata da subito per la produzione di energia o immagazzinata senza sprechi.

La soluzione composta di acqua e metanolo, un alcol molto comune, è stata miscelata con le nano particelle di un catalizzatore e poi fatta passare dentro la serpentina dei conduttori. A fare la differenza sono stati anche i materiali con i quali sono stati rivestiti i tubi, rame avvolto in fogli di alluminio. La combinazione di tutti questi elementi permette alla struttura di superare i 200°C, in tempi ridotti, con risultati fino a 10 volte superiori rispetto ad un impianto fotovoltaico tradizionale. Una volta sviluppatasi, la reazione catalitica permette di produrre anche idrogeno.

I risultati del professor Hotz sono già stati presentati all’Associazione Americana di Ingegneria Meccanica e sono stati molto apprezzati tanto da mettere in produzione anche un prototipo del progetto.