Viaggio a Torino tra agenzie immobiliari e privati. I proprietari: “Non pagano e portano a vivere i parenti” Quartiere periferico, due camere, cucina e bagno. Il trilocale arredato in Borgo Vittori...

Italia postato da thebirdnews || 7 anni fa

Viaggio a Torino tra agenzie immobiliari e privati. I proprietari: “Non pagano e portano a vivere i parenti”

Quartiere periferico, due camere, cucina e bagno. Il trilocale arredato in Borgo Vittoria è un terzo piano con ascensore. Riscaldamento centralizzato, libero subito, il canone richiesto è di 410 euro al mese. «Certo che sì, è ancora disponibile», rispondono gentili al telefono dall’agenzia immobiliare. «Fissiamo un appuntamento?». Volentieri. Ma che succede se a voler affittare l’appartamento è un immigrato? «Ah. Eh». Pausa. «Attenda un momento in linea». Brusio e voci in sottofondo. «Pronto? è ancora lì?». Sì. «Mi spiace, non è possibile». Perché? «Perché il proprietario non vuole stranieri».

Abbiamo chiamato 60 tra agenzie immobiliari e privati per aiutare un immaginario amico africano a trovare una sistemazione a Torino. Il risultato è sconfortante. In 19 casi la risposta è risuonata più o meno in questi termini: «Niente immigrati». Sotto la Mole, cinquant’anni dopo gli impietosi cartelli «non si affitta a meridionali», la diffidenza tracima ancora nel razzismo. E a farne le spese sono gli stranieri. Negli anni Sessanta le famiglie arrivate dal Sud erano imprigionate nel racconto beffardo di chi giurava d’aver visto vasche da bagno trasformate in orti di ceramica. Oggi gli uomini e le donne che hanno attraversato il Mediterraneo in cerca di una vita più dignitosa scontano il sospetto di non essere in grado di pagare l’affitto, di avere scarsa cura della casa, di entrare in due e poi ospitare loro connazionali e altri connazionali ancora.

Al telefono abbiamo raccontato la storia inventata ma verosimile di un uomo di 40 anni originario della Somalia, sposato, in Italia dal 2006, in regola con i documenti, con un contratto di lavoro a tempo indeterminato e una busta paga di 1400 euro netti al mese. «Non importa», replica spazientito all’altro capo della cornetta l’agente immobiliare che propone un alloggio alle Vallette. «Il padrone di casa ci ha chiesto esplicitamente di trovare inquilini italiani». Perché? «Come perché? E io che ne so? Ha deciso così. Dice che se ti metti degli africani in casa, va a finire che non pagano». La precisazione finale suona come una beffa: «E comunque non è mica razzismo».

Agenzia che vai, scusa che trovi. Appartamento in zona Crocetta, 45 metri quadri ma già arredato. Viverci costa 500 euro al mese. Quando spieghiamo che la casa non è per noi bensì per un amico di origini africane, il prezzo lievita. «Le spese per pulizia e servizio di portineria ammontano a 200 euro al mese». Ma sull’annuncio c’era scritto 70. « è un errore». Chiediamo comunque di vedere la casa, ma invano. «C’è già un altro ragazzo interessato, vi richiameremo se la trattativa non dovesse andare a buon fine».

Fonte: http://thebird.altervista.org/lintegrazione-negata-se-sei-immigrato-niente-casa-in-affitto/