Il porfido è una roccia vulcanica effusiva. Tra le rocce effusive presenti sulla crosta terrestre hanno particolare importanza le “ignimbriti”, perché da queste si estrae il porfido da taglio e da...

L'estrazione del porfido

Cultura e Società postato da egolemweb || 6 anni fa

Il porfido è una roccia vulcanica effusiva. Tra le rocce effusive presenti sulla crosta terrestre hanno particolare importanza le “ignimbriti”, perché da queste si estrae il porfido da taglio e da pavimentazione. 

 

Le ignimbriti sono delle colate miscele liquido-gassose estremamente fluide ad alte temperature e molto ricche di gas e avendo composizione più acida sono più viscose e si espandono su una superficie enorme. Da ciò si può comprendere perché le ignimbriti hanno un aspetto lastriforme sub-verticale con strati paralleli. 

 

Questa lastrificazione permette quindi la coltivazione del porfido.

 

L’estrazione del porfido avviene a cielo aperto in lotti di escazione disposti su gradoni di altezza variabile tra i 10 e i 30 metri.

Allo stato attuale il distacco del materiale dal fronte cava avviene principalmente tramite la tecnica delle mine piane. 

 

Questa consiste nel praticare al piede del gradone una serie di mine parallele e perpendicolari rispetto al fronte cava, dette “piane”, aventi lo scopo di tagliare il piede delle lastre e provocare la caduta della parete sovrastante. 

 

Per liberare il fronte cava dal pericolo rappresentato dalla presena di grossi massi o lastroni pericolanti, sono usate mine isolate o grossi puntoni metallici applicati su pale meccaniche. 

 

Il porfido abbattuto viene separato: il materiale di scarto composto soprattutto da materiale di “cappellaccio”, terriccio ed intrusioni di faglie porfiriche dalle caratteristiche degradate, viene caricato su camion e avviato verso diverse destinazioni (discarica, bonifiche, frantoio, argini di fiumi…); quello lavorabile viene spostato su piazzali dove subisce una cernita più accurata. 

 

I blocchi più grossi vengono squassati e ridotti a dimensioni lavorabili dagli operai addetti alla cernita vera e propria.

 

Essi con l’ausilio di mazzette e cunei e seguendo le fessurazioni della pietra ottengono dai blocchi delle lastre di dimensioni e spessori variabili. I manovali procedono poi alla selezione delle lastre in base alla loro qualità, spessore e pezzatura. 

 

Dalle lastre più sottili si otterranno piastrelle o lastrame irregolare, da quelle di spesso medio, cubetti, mentre dalle lastre di spessore più alto si ricaveranno cordoni, gradini, binderi , etc. 

 

Da questa fase escono già dei prodotti “finiti” come ad esempio il lastrame: lastre irregolari a pezzatura e spessore variabile. Il restante materiale viene portato negli spazi destinati alla lavorazione finale effettuata con appositi macchinari per ottenere altre diverse tipologie di prodotti.

 

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