L’Austria, il paese in carica nella presidenza di turno dell’Unione Europea, propone la creazione di centri di espulsione per i migranti furoi dal territori europeo. La proposta mira ad aggregare i...

Estero postato da monitoreinter || 5 anni fa

L’Austria, il paese in carica nella presidenza di turno dell’Unione Europea, propone la creazione di centri di espulsione per i migranti furoi dal territori europeo. La proposta mira ad aggregare i governi europei di destra e sempre più intolleranti verso il fenomeno delle migrazioni, superando i conflitti generati dalle disposizioni europee circa la divisione dei profughi ed il sistema della prima accoglienza, che riguarda i paesi del sud, che genera la cosidetta emigrazione secondaria verso i paesi che non si affacciano sul Mediterraneo, causa di forti dispute tra i paesi membri europei. Si tratta di una soluzione chiaramente proveniente da destra che cerca di risolvere il problema con la sua quasi totale cancellazione. In pratica dovrebbero essere creati dei centri di espulsione fuori dal territorio europeo dove mandare i migranti senza i requisiti per restare in Europa. La scusa per giustificare una tale soluzione è la lotta alla tratta degli esseri umani, tuttavia al netto dell’ipocrisia della proposta austriaca, la sua fattibilità appare problematica, sia relativamente al diritto comunitario, che alla disponibilità di trovare soluzioni pratica con la collaborazione di altri stati. Certamente c’è la via dei finanziamenti verso quelle nazioni che potrebbero dichiararsi disponibili ad una tale collaborazione, in parte l’esperienza con la Turchia ha insegnato molto, ma gli aspetti da valutare sembrano molteplici: dalla effettiva disponibilità da parte di stati esteri a costruire questi centri di espulsione, alle condizioni di questi campi, sia igieniche, che sanitarie, al trattamento dei migranti espulsi in questi siti fino al momento successivo dopo questa fase di espulsione, che dovrebbe prevedere il rimpatrio nei luoghi di origine: certamente una serie di procedure complicate, di difficile accertamento e che non impediscono ai migranti espulsi di ritentare un nuovo ingresso in Europa. Una soluzione che sembra ancora più difficile di una gestione alternativa. Per l’Austria l’unica preoccupazione è quella di evitare ufficialmente la presenza dei migranti sul suolo europeo per evitare i contrasti tra gli stati membri. Ma questa soluzione ha proprio come controindicazione e principale ostacolo l’incapacità di arrestare i flussi migratori dei disperati che hanno come motivazione la guerra, le carestie e le violenze presenti nei loro paesi. Non sembra possibile fermare chi lascia la propria nazione per  tali motivazioni e la conseguenza più immediata sarà di nuovo lasciare i paesi costieri la gestione delle immigrazioni. Il ministro dell’interni italiano, che sembra gradire la soluzione austriaca, dimostrerebbe poca lungimiranza nell’appoggiare questa metodologia di gestione, che lascerebbe ancora una volta Roma da sola di fronte al fenomeno migratorio.  Alla base di questa soluzione, poi, vi è anche il criterio dei limiti di capacità di integrazione dei migranti negli stati, basato sul fatto che non tutti i migranti avrebbero la medesima capacità di integrazione nelle società occidentali, per l’Austria occorre valutare il livello di pace sociale e l’adattabilità ai valori europei, sulla base della provenienza dei migranti; questo criterio appare in contrasto con la legislazione comunitaria che non discrimina, sulla base dell’identità del migrante, la possibilità di restare nell’Unione. Queste motivazioni sembrano smentire la giustificazione della lotta alla tratta degli esseri umani, perchè evidenziano una volontà di chiusura ad altre culture, pensata in maniera totale, senza neppure il filtro delle motivazioni umanitarie. Per quanto riguarda l’Europa una tale soluzione esporrebbe ulteriormente al pericolo di una decadenza del trattato di Schengen, con la conseguenza dell’allontanamento dalle ragioni fondative dell’Unione. Il tema migratorio si pone ancora  una volta come limite all’idea stessa di Europa come è stato inteso fino ad ora, minacciando di stravolgere l’impianto europeo con pericolose conseguenze che vanno molto aldilà dei problemi migratori, spesso sempre più usati come mezzo per imporre una nuova visione attraverso la quale screditare le regole europee in vigore. Ma pensare soluzioni inattuabili, sia dal punto di vista pratico, che legale, e senza alcuna speranza di produrre reali risultati  capaci di attenuare in modo efficace il fenomeno migratorio, perchè non ne risolvono le cause ma soltanto gli effetti, è indice di scarsa attitudine al governo ed è espressione di una classe politica miope e di basso livello, capace, e soltanto in parte, di guardare poco distante nel tempo e nello spazio.

Fonte: http://monitoreinternazionale.blogspot.com/2018/07/laustria-propone-la-costruzione-di.html