Un Paese ormai fuori controllo. Un’emergenza terrorismo che però parte da forze dell’ordine e una intelligence che non sono più quelle di una volta. La Turchia attraversa una fase di instabilità de...

Estero postato da thebirdnews || 7 anni fa

Un Paese ormai fuori controllo. Un’emergenza terrorismo che però parte da forze dell’ordine e una intelligence che non sono più quelle di una volta. La Turchia attraversa una fase di instabilità destinata a durare. Nihat Ali Ozcan, uno dei massimi esperti di sicurezza nel Paese, spiega come il quadro internazionale non aiuti la Mezzaluna, ma come le responsabilità siano anche politiche.

Nihat Ali Ozcan, la Turchia inizia il 2017 nel sangue, con un attentato in un posto simbolico. Che idea si è fatto dell’attacco al Reina? 
«Per la matrice dell’attacco è sicuramente jihadista, probabilmente legata a Isis. Ma non sottovaluterei né al-Nusra né tutti quei movimenti eversivi con connotazione religiosa che stanno sorgendo in Turchia e che si ispirano allo Stato islamico pur non facendone parte e che adesso nel Paese contano su decine di adepti. Non tutti potenziali attentatori, ma sicuramente segmenti della popolazione sempre più radicalizzati, che potrebbero decidere di colpire anche in modo più circoscritto».

In un mese quattro attentati, di matrice diversa. Che cosa sta succedendo alla Turchia? Possibile che Ankara non sia più in grado di controllare il suo territorio? 
«Da almeno due anni la Turchia è sotto tiro da diverse sigle terroristiche. C’è il terrorismo di matrice curdo-separatista con cui Ankara ha sempre dovuto fare i conti. Negli ultimi due anni c’è stato un aumento significativo del terrorismo di matrice jihadista. La situazione non è semplice, ma ci sono anche delle responsabilità precise se si è finiti a questo punto».

Quali? 
«La politicizzazione della sicurezza e dell’intelligence, per esempio. E non solo dal golpe fallito dello scorso 15 luglio, dopo il quale sono stati messi in galera o rimossi migliaia fra poliziotti e militari. Il fenomeno è attivo da almeno 10 anni. Generali, graduati delle forze armate, ispettori, dirigenti o anche solo semplici agenti venivano sollevati dai loro incarichi, oppure spostati in reparti dove le loro competenze potevano servire a poco. A questo si devono aggiungere gli scambi di intelligence a intermittenza da tempo a causa dei contrasti in politica estera con alcuni Paesi chiave per la stabilità dell’area».

Fonte: http://thebird.altervista.org/intelligence-politicizzata-e-falle-nella-sicurezza-ecco-perche-la-turchia-e-fuori-controllo/