Per iniziare è necessario dare una definizione della parola “delirio“: si tratta di un idea errata che non si lascia correggere né dalla critica né dall’esperienza.    La persona delirante ha la ce...

Il delirio di colpa

Cultura e Società postato da egolemweb || 6 anni fa

Per iniziare è necessario dare una definizione della parola “delirio“: si tratta di un idea errata che non si lascia correggere né dalla critica né dall’esperienza. 

 

La persona delirante ha la certezza più assoluta, la fede più incrollabile nella verità della sua idea, spesso del tutto assurda. I ragionamenti più convincenti e più adatti a dimostrare l’assurdità delle sue convinzioni non servono a risvegliare nella persona delirante nemmeno l’ombra del dubbio.

 

Alcune delle idee deliranti più frequenti si incontrano negli stati di depressione dell’umore, cioè nella malinconia. Si tratta, tipicamente, di idee di colpa, di autoaccusa e di miseria morale.

 

Non è raro, infatti, trovare delle persone depresse che, per giustificare a se stessi la profonda tristezza da cui sono tormentati, non esitano ad attribuirsi colpe del tutto immaginarie e nessun argomento vale a farli recedere dalle loro assurde convinzioni.

 

Un esempio molto comune di delirio di colpa o di autoaccusa è quello della moglie che, avendo perduto il marito in conseguenza di una grave ed incurabile malattia, afferma di essere stata lei la vera ed unica causa della morte del marito, in quanto ha tardato a chiamare i soccorsi o ha trascurato di somministrare i farmaci prescritti che sicuramente (a detta sua) lo avrebbero salvato, e conclude dichiarandosi un essere indegno, meritevole delle pene più atroci.

 

Ovviamente questo comportamento avviene anche se la donna ha prestato correttamente le cure più sollecite ed attente al marito malato. Inoltre, le autoaccuse sono più o meno le medesime anche se si tratta di incidenti fortuiti. Spesso tale comportamento fa parte della normale elaborazione del lutto, ma in alcuni casi può trasformarsi in un caso di delirio di colpa.

 

In altri casi può accadere che il depresso si incolpi, senza ragioni apprezzabili, di avere gettato nella miseria la propria famiglia con i suoi cattivi affari o che, ancora, proclami di avere commesso gravi peccati contro la morale pur avendo commesso solamente delle innocenti e banali manchevolezze.

 

Questi ammalati possono arrivare a ritenersi responsabili di sciagure del tutto accidentali e persino di un terremoto o di un conflitto: furono le loro colpe, secondo loro, a provocare queste disgrazie con le quali Dio punisce l’umanità.

 

Non è difficile pensare come tramite questa via la persona delirante di colpa possa addirittura arrivare al suicidio, come mezzo estremo di espiazione, oppure ad autolesioni meno gravi: ad esempio il padre, che si sente colpevole per la morte di un figlio precipatato in un dirupo durante una gita in montagna perchè, secondo lui, non ebbe la destrezza di fornirgli un valido appiglio con il suo braccio, può giungere al punto di mutilarsi la mano per punirsi della sua colpa.

 

Qualche volta si può osservare che da un delirio di colpa si può sviluppare un delirio di persecuzione. Il depresso delirante, infatti, ritenendosi l’individuo più spregevole e colpevole, è portato a credere, proprio per questo motivo, di essere odiato, disprezzato e perseguitato.

 

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