Con congedo parentale si definisce l'astensione dal lavoro facoltativa da parte del lavoratore o della lavoratrice.

Al termine del periodo della maternità il genitore ha il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo massimo di 10 mesi (contando entrambi i genitori) durante i primi otto anni di vita del bambino. In particolare:

• In caso di madre lavoratrice, trascorso il periodo di congedo di maternità, il periodo non può essere superiore ai sei mesi. Tale periodo può essere frazionato oppure continuativo.

• Nel caso di padre lavoratore, dalla nascita del figlio, il periodo non può essere superiore ai sei mesi. Tale periodo può essere frazionato oppure continuativo.

• Nel caso di genitori single, la durata di tale periodo non può essere superiore ai 10 mesi. Anche in questo caso tale periodo può essere frazionato oppure continuativo.

Nel caso di fruizione del congedo parentale in maniera frazionata è necessaria l'effettiva ripresa del lavoro tra una frazione e l'altra. Se tali frazioni si susseguono in modo continuativo oppure sono intervallate solamente da ferie i giorni festivi vengono conteggiati come facenti parte del periodo di congedo.

I genitori hanno la possibilità di usufruire del congedo parentale anche contemporaneamente. Il padre ha inoltre la possibilità di usufruirne anche durante i tre mesi di astensione obbligatoria post partum della madre, cioè durante il congedo di maternità.

Nel caso in cui durante il periodo del congedo parentale insorgesse una malattia nel bambino, il genitore interessato può fare richiesta affinchè l'assenza dal lavoro venga mutato da congedo parentale a congedo per malattia, portando alla sospensione del periodo di congedo parentale. 

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