Al “Torrino” popolosa zona della capitale,  i volontari romani del CCDU hanno continuato ad informare centinaia di  persone informandole  sugli effetti nocivi degli psicofarmaci grazie ai preziosi...

I volontari romani del CCDU in azione anche a Natale.

Cultura e Società postato da riformesociali || 4 anni fa

Al “Torrino” popolosa zona della capitale,  i volontari romani del CCDU hanno continuato ad informare centinaia di  persone informandole  sugli effetti nocivi degli psicofarmaci grazie ai preziosi opuscoli che ne denunciano i rischi.

Diversi studi pubblicati di recente rafforzano i gravi e perfino mortali, effetti negativi a lungo termine associati con le benzodiazepine, gli psicofarmaci ansiolitici più comunemente prescritti. Noto agli utenti con i loro nomi commerciali come Xanax, Valium, Ativan e Klonopin, questi farmaci possono causare, tra le altre cose, problemi cognitivi (perdita di memoria), dipendenza e morte.

I nuovi dati forniti in una recente ricerca non affrontano l’inferno personale che molti sperimentano mentre sono sotto l'effetto delle benzodiazepine o mentre stanno dismettendole, ben descritto dall'icona rock Stevie Nicks, caduta nella trappola delle benzodiazepine dopo che alcuni amici l’avevano convinta a cercare aiuto psichiatrico per risolvere la dipendenza da cocaina.

In un recente studio pubblicato nel CNS Drugs "Legame tra benzodiazepine e disturbo di dementia - stato attuale delle conoscenze”, gli autori riferiscono come questo legame sia stato evidenziato da nove studi su undici: sembra proprio che le benzodiazepine causino dementia.

Questa ricerca conferma uno studio del 2014 pubblicato sul British Medical Journal "Uso di benzodiazepine e malattia di Alzheimer: studio sul controllo dei casi" nel quale si sostiene che l’uso di questi ansiolitici aumenta del 51% il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Il rischio aumenta col periodo di assunzione, per arrivare all'84% per chi assume benzodiazepine per più di sei mesi.

Alzheimer e dementia non sono le uniche conseguenze negative dell’uso di benzodiazepine: un articolo pubblicato il mese scorso sull'American Journal of Public Health, " Aumento di prescrizioni di benzodiazepine e della mortalità per overdose negli Stati Uniti dal 1996-2013 ", ha rilevato un legame tra uso di benzodiazepine e decessi per overdose.

Mentre questi studi recenti evidenziano dati aggiornati riguardanti gli effetti negativi gravi e potenzialmente mortali, i possibili esiti avversi associati all'uso a lungo termine (più di 120 giorni) non sono sconosciuti. Già nel 1982 sono state fornite informazioni nel corso di una riunione segreta del Medical Research Council (MRC) nel Regno Unito, che collegavano le benzodiazepine all'atrofia cerebrale. Questa ricerca condotta da Malcolm Lader, ora professore emerito dell'Istituto di Psichiatria, pur se eseguita su piccola scala, aveva mostrato il restringimento del cervello in alcuni pazienti trattati con benzodiazepine. Il MRC ha accettato le raccomandazioni per lo svolgimento di studi più ampi, a lungo termine, ma non è riuscito a portarlo avanti.

Dopo 30 anni sembrano confermati, e i ricercatori continuano a riferire sugli effetti negativi devastanti associati alle benzodiazepine. Da allora ci sono stati 25 avvertimenti provenienti da sei paesi (Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Germania) per avvisare che gli ansiolitici causano effetti collaterali dannosi, tra cui deficit cognitivo, amnesia, depressione, allucinazioni e pensiero delirante, comportamento anormale, rischi di suicidio o di tentativi, violenza, ostilità e agitazione - solo per citarne alcuni.

Nonostante i loro noti effetti negativi, il consumo di ansiolitici è in costante crescita, e non sorprende che siano in aumento anche i siti web e le pagine Facebook che forniscono informazioni su come uscire dalla dipendenza da benzo. Eppure, anche dopo avere risolto i sintomi di astinenza, permangono elevati rischi residui a lungo termine.

Questo è il sito giusto: www.ccdu.org.

 Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus, è un'organizzazione di volontariato non a scopo di lucro, finalizzata alla difesa dei Diritti Umani nel campo della Salute Mentale.

Con questo in mente, nel 1969 gli Scientologist fondarono il Citizens Commission on Human Rights (CCHR, in Italia CCDU, Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani), un ente di tutela che indaga ed espone le violazioni psichiatriche dei diritti umani. Oggi il CCHR è una forza a livello mondiale che lavora attivamente per eliminare i trattamenti brutali, le pratiche criminali e le violazioni dei diritti umani nel campo della salute mentale. Ha contribuito a far promulgare più di 150 leggi che proteggono le persone da pratiche abusanti e coercitive nel campo della salute mentale.