Il nastro trasportatore è un impianto per trasporto continuo e di ripresa di materiali su percorsi orizzontali o con inclinazione fino a 20°. Questi impianti operano generalmente nell'ambito di sta...

I trasportatori a nastro

Economia postato da egolemweb || 7 anni fa

Il nastro trasportatore è un impianto per trasporto continuo e di ripresa di materiali su percorsi orizzontali o con inclinazione fino a 20°. Questi impianti operano generalmente nell'ambito di stabilimenti industriali, miniere, porti, depositi, ecc., con possibilità di portata di oltre 2.000 t/h e su distanze anche di qualche migliaia di metro.

 

Sono anche molto usati, specie per cantieri edili, grandi magazzini, depositi, ecc., i trasportatori a nastro mobili ad inclinazione variabile, montati su speciali veicoli per mezzo di un incastellatura girevole ed eventualmente anche estensibile a telescopio.

 

Il nastro è comunemente di gomma con inserti tessili o metallici e si avvolge a un anello continuo su due tamburi di estremità, uno dei quali è motore. Inoltre, il nastro può essere piano o a conca per aumentare la portata ed è sostenuto lungo il percorso da rulli di ferro montati su cuscinetti a sfere ad asse orizzontale, o inclinato nel caso di nastro a conca.

 

La superficie esterna del nastro è quella su cui viene posato il carico, mentre quella interna si trova di solito a contatto con un cilindro, il cosiddetto tamburo motore. Si tratta di un corpo che ne garantisce il movimento e che normalmente è collocato anteriormente (dunque dalla parte dove il materiale sarà scaricato).

 

Dall'altra parte del nastro, quella posteriore, si trova un secondo cilindro detto di rinvio, al quale viene trasmesso il movimento generato dal tamburo motore. È comunque anche possibile che il cilindro motore venga posizionato posteriormente.

 

Affinché il peso del carico e gli inevitabili elementi di disturbo non compromettano la giusta tensione del nastro, il dispositivo è dotato, nel corso della sua lunghezza, di altri tamburi detti rulli portanti e rulli di sostegno; alternativamente, anche delle lamiere metalliche possono servire allo scopo di stabilizzarne la posizione ed il movimento. Durante il tragitto tra il luogo di carico e quello di scarico, il movimento del materiale da trasportare è regolato, esternamente, da sponde laterali che ne impediscono la fuoriuscita, anche se delle uscite laterali provviste di appositi deviatori possono permettere di interrompere il tragitto di alcune delle parti da trasportare.

 

Nella produzione o nei trasporti di materiale il nastro può assumere delle configurazioni diverse a seconda del materiale trasporto (configurazione a conca o a nastro piano). Se il materiale da trasportare è alla rinfusa viene scelta come configurazione quella a conca.

 

Primitivi nastri trasportatori vennero usati già a partire dal XIX secolo. Nel 1901, la ditta svedese Sandvik ne perfezionò la tecnica arricchendo i modelli di nuovi componenti in acciaio. Nel 1913, il produttore di automobili Henry Ford introdusse il sistema in larga scala alla Ford, mentre una delle ditte italiane che si interessò presto alle tecniche del nastro trasportatore fu la FIAT. Nel clima di confronto sociale che si acutizzava a causa delle diverse misure atte ad aumentare la produttività economica, nacque il termine di fordismo. Questa parola era originariamente intesa come critica alle varie misure di razionalizzazione con le conseguenti ricadute sulla dimensione sociale del lavoro.

 

Moderni dispositivi imparentati al nastro trasportatore sono la scala mobile ed il marciapiede mobile. Oggi l'impianto di maggior lunghezza (circa 100 km) parte dai giacimenti di fosfati presso Bou Craa, situata nel Sahara occidentale, paese la cui economia dipende in forte misura da questo tipo di risorsa mineraria. Il nastro trasporta il carico in direzione della città di El Ayun.

 

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