Focus sull'impegnativo argomento della balbuzie, in particolare sulla balbuzie primaria ovvero quella che si manifesta nei bambini e negli infanti.

Medicina e Salute postato da La Nuova Parola || 8 anni fa

La balbuzie si manifesta nei bambini con la difficoltà di articolare i suoni, quindi con una disfluenza (eloquio non fluente) che crea disagio anche psicologico.

Esistono soluzioni efficaci a questo problema che assicurano un pieno recupero sia nei casi di balbuzie primaria che in quella secondaria nei bambini dai 6 anni in poi.

La balbuzie primaria è caratterizzata dal fatto che il bambino non si rende conto del problema fonatorio e spesso anche i genitori confondono questa difficoltà con il fatto che "sta imparando a parlare".

La balbuzie secondaria invece è quella che persiste anche in età scolare e dove il bambino prova disagio rendendosi conto di avere questo problema, soprattutto per il nuovo rapporto con i suoi pari.

L'Associazione Italiana Balbuzie e Comunicazione ha stimato che la popolazione con questo problema in Italia corrisponde all'1% circa, la stessa che si può riscontrare nel resto del mondo ma, come detto, è una disfunzione che può essere corretta con interventi mirati in base all'età, alla gravità delle difficoltà nell'eloquio e con la collaborazione delle famiglie.

Uno dei più grandi studiosi clinici ed esperti riguardo alla balbuzie ed egli stesso balbuziente, è stato il Dott. Charles Van Riper che ha evidenziato sia le cause che le possibili soluzioni.

Una grande aiuto per diagnosticare la balbuzie primaria viene dai genitori che, essendo a diretto contatto con i piccoli, possono notare segni inequivocabili dell'insorgenza del problema, anche minimi.

Il bambino tende a bloccare la mascella, a ripetere molto frequentemente le vocali "neutre" ("A", "E"), a essere inconsapevole di queste ripetizioni, ad avere fasi alterne nell'eloquio che può essere fluente o meno.

Tutto questo può fare insospettire un genitore riguardo alla possibile presenza della balbuzie, ma quest'ultima deve essere sempre diagnostica da un esperto logopedista con la collaborazione di uno psicologo infantile.

Il logopedista infatti può intervenire riguardo alla rieducazione nell'emissione dei suoni mentre lo psicologo infantile verifica possibili conseguenze psicologiche.

E' importante per i genitori sapere che le cause della balbuzie sono diverse e non si può definire scientificamente una causa univoca.

Sicuramente incide molto l'ambiente e il contesto sociale, il rapporto con i genitori (che non per questo devono sentirsi "in colpa" per quanto accade al bambino), e in parte anche la componente ereditaria.

Accanto a queste cause ce ne sono altre "accessorie" che possono riguardare più in generale disturbi dell'apprendimento come la dislessia o la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).

I genitori quindi sono il primo riferimento per un pieno recupero e lo stesso logopedista o esperto del linguaggio in ambito psicologico, suggerirà quali sono i comportamenti da assumere rispetto al bambino, per conferirgli più sicurezza e fiducia in se stesso, imparando ad ascoltarlo, a rispettare i suoi tempi, a gratificarlo in quello che fa o dice, a non punirlo perché "non impara a parlare bene", a comportarsi senza metterlo a disagio per la balbuzie.

Con questi accorgimenti la balbuzie può essere corretta allo stesso modo di una cattiva abitudine mentre, se perdura anche dopo i 6 anni, è necessario l'intervento di uno specialista con sedute logopediche-fonoiatriche mirate a un soluzione progressiva.

Si imparano tecniche importanti per la gestione del disturbo e si evita che questo diventi cronico.

Lo psicologo infantile attua la terapia cognitivo-comportamentale perché, se è vero che la balbuzie non ha origini prettamente psicologiche, provoca comunque un disagio.

Il bambino infatti, cosciente della sua difficoltà nell'eloquio, evita di parlare, diventa ancora più timido, può essere soggetto alla derisione dei compagni, chiedersi in se stesso, manifestare depressione e irritabilità.

Un approccio di tipo misto può essere avere successo e, oltre alla collaborazione dei genitori, anche gli educatori e gli insegnanti hanno un ruolo fondamentale nello stimolo delle abilità sociali del bambino.

Affidatevi quindi a specialisti del settore che abbiano maturato esperienza e professionalità abbinata a un continuo aggiornamento su nuove e sempre più efficaci metodologie. 

Fonte: http://www.marcosantilli.it/index.php