La Galleria de’ Foscherari ha allestito una mostra  dedicata al grande maestro George Grosz. presentata da Pasquale Ribuffo e nel contempo inaugura anche la stagione espositiva della Galleria   L...

GEORGE GROSZ: GLI ANNI DI BERLINO - GALLERIA DE' FOSCHERARI - BOLOGNA di anna scorsone alessandri

Cultura e Società postato da anna scorsone || 11 anni fa

 

La Galleria de’ Foscherari ha allestito una mostra  dedicata al grande maestro George Grosz. presentata da Pasquale Ribuffo e nel contempo inaugura anche la stagione espositiva della Galleria   L’esposizione riguarda il periodo berlinese, compreso fra il 1912 e 1931, durante il quale Grosz dà  il meglio di sé, prima di rifugiarsi negli Stati Uniti per sfuggire al nazismo.

In esposizione circa venticinque lavori tra oli, disegni ed acquarelli, nelle quali il realismo di Grosz appare più ricco e maturo, nonché di straordinaria attualità. 

Il periodo berlinese è ampio e ricco di avvenimenti culturali e drammi storici, è necessario distinguere almeno una fase giovanile, peraltro affollata di opere, soprattutto disegni; un periodo in cui l’artista attraversa felicemente tutte le avanguardie, dal cubismo all'astrattismo e l'approdo alla Nuova Oggettività, dove si realizza pienamente la vicenda artistica, culturale e morale di un intellettuale che ha apertamente combattuto il conformismo borghese e il militarismo. Proprio a questo periodo si riferiscono le oltre venticinque opere in mostra. Come scriveva in suo testo Claudio Alessandri: …”I disegni,  gli acquerelli colpiscono il visitatore: pochi tratti lievi per raccontare  la bellezza di nudi femminili dalle rinascimentali rotondità, una bellezza tutta muliebre, giunta al culmine in bilico tra la maturità splendente ed il prossimo decadimento fisico ed estetico; in contrapposizione a questa bellezza sfacciata e senza titubanze interpretative, Grosz ci offre la realtà scomoda e che come tale, l’opulenta società consumistica dei nostri giorni. I suoi uomini d’affari, i politici e i militari, abbandonata quasi totalmente la parvenza umana, si trasformano in esseri repellenti il cui tratto bestiale ci aiuta a comprendere la violenza di un mondo che fa della sopraffazione e del successo l’unica vera aspirazione. Ai colori caldi e delicati delle esuberanti forme femminili, che presuppongono un amore totale dell’artista per un mondo dominato dalla bellezza e dall’armonia, si contrappongono gli inchiostri e gli acquerelli freddi e taglienti dei personaggi “negativi” di una società che non ha una cittadinanza ma, sparsa sull’intero pianeta, tenta di soffocare con un sopruso,  ogni aspirazione alla vita, all'amore, al sogno…”

Grosz fu anche uno dei primi a aderire al dadaismo: i suoi collages, spesso composti in collaborazione con John Heaertfield, furono tra i primi esempi di questa espressione artistica; le sue creazioni “mixed media”, un insieme di acquerello e ritagli, risalgono appunto al periodo Dada.

George Grosz nasce il 26 luglio 1893 a Berlino, studiò all’Accademia di Dresda, con l’intenzione di diventare un pittore di storia. Esegue quindi copie di opere di maestri antichi, in particolare di Rubens, esposti nella pinacoteca di Dresda, eseguendo anche disegni per giornali e riviste satiriche utilizzando lo stile della caricatura. Le uniformi, le drammatiche rappresentazione di battaglie storiche, stimolano la fantasia di Grosz al disegno. L’artista dipinge la completa caduta di valori, la vittoria della materialità sull’assenza spirituale e asfittica degenerazione sessuale.  Il suo stile duro e spigoloso, talvolta infantile e pornografico, o ideale per illustrare persone misere, prostitute, ubriachi, assassini, soldati feriti, con una violenta componente di critica sociale nei confronti della spietata avidità dei ceti dirigenti e di volgari uomini d’affari, nascosta sotto la maschera della rispettabilità. 

Nel 1918 si iscrive al Partito Comunista ottenendo la tessera da Rosa Luxemburg in persona, e pone temporaneamente la sua arte al servizio delle classi rivoluzionarie.

Nel 1920 Grosz assieme a Hausmann e Heartfeld organizza nella galleria di Otto Burchard a Berlino, la prima mostra Dada, dove figurano anche i lavori di Max Ernst e Otto Dix.  Fonda le riviste politico satiriche:  Die Pleite e Der blutige Ernst, tutte in ambito dadaista, curandone personalmente le illustrazioni. Ripetute sono le accuse fatte all’artista per vilipendio delle forze armate e della morale pubblica, infatti, condannato per il dipinto “Dio con noi” del 1920, basata su caricature di militari. Successivamente  anche per blasfemia, in particolare per il disegno “Cristo con la maschera antigas” del 1927, originariamente intitolato “Tenere la bocca chiusa e continuare a servire”. Nonostante il successo delle sue opere nel 1933, con l’insediamento di Hitler al potere  pone fuori legge il movimento Dada ed i suoi membri sono costretti a fuggire.

Grosz  considerato un artista “degenerato” (le sue opere furono esposte nella mostra inaugurata da Hitler nel 1937, dedicata appunto all’arte degenerata), blasfemo e socialmente pericoloso, lascia l’Europa per rifugiarsi in America, terra libera e ancora di salvezza per intellettuali ed artisti.

Dopo la guerra recupera alcune forme espressive del movimento Dada e, con i collages, si avvicina alla pop art.

Georg Grosz muore a Berlino il 6 luglio 1959 a 66 anni. La causa del suo decesso è singolare: giunto a notte fonda davanti la sua casa Grosz, ubriaco, aprì la porta della cantina  anziché quella di ingresso causando una rovinosa caduta che gli costò la morte. 


La mostra sarà visitabile fino al 17 febbraio 2013 – Galleria De’ Foscherari, via Castiglione, 2/b – Bologna.

Orari: lunedì – sabato 10.00/12.30 – 16.00/19.30 – domenica su appuntamento.

                   Anna Scorsone Alessandri