I Volontari del CCDU messaggeri di sane soluzioni.

Genera “sorpresa e riflessione” l’attività di informazione dei volontari del CCDU.

Cultura e Società postato da riformesociali || 6 anni fa

Sabato 18 Novembre 2017 i Volontari del CCDU di Roma si sono dati appuntamento nuovamente nell’area esterna  l’ingresso del Policlinico Gemelli. Con l’abituale volontà che li accompagna stavolta  hanno reso possibile far conoscere ad oltre 300 persone i rischi e le soluzioni alternative al consumo degli psicofarmaci attraverso la distribuzione gratuita degli opuscoli informativi.

Qual è l'alternativa?

Esistono metodi umani e non invasivi per aiutare le persone affette da disturbi, sopraffatte da problemi o sconvolte emotivamente. Studi medici approfonditi dimostrano che le malattie fisiche possono manifestarsi come sintomi "psichiatrici" e che il corretto approccio dovrebbe iniziare con un trattamento medico. Inoltre, una buona nutrizione, un ambiente sano e un lavoro gratificante, faranno molto per tali persone.

Esse reagiscono positivamente al riposo, a un ambiente sicuro e a una dieta sana. Ciò di cui non hanno bisogno, è tortura o violazione dei loro diritti umani, come descritti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e nella Dichiarazione dei Diritti Umani della Salute Mentale del CCDU.

Il dottor Thomas Szasz affermò:

   "Gli ospizi per anziani, i seminari, le case d'accoglienza per indigenti i cui legami familiari si sono disintegrati, queste e molte altre strutture saranno necessarie per assicurare i compiti che ora vengono affidati agli ospedali psichiatrici".

Nel corso degli anni il CCDU ha individuato delle strutture in Italia, create da psichiatri che lavorano nel settore pubblico, in cui si fornisce assistenza efficace e rispettosa dei diritti umani. In alcuni casi i "pazienti", sono stati chiamati a esprimere il loro parere e ad aderire alle iniziative intraprese.

Laboratori artigianali, alberghi, ristoranti, attività agricole e molto altro, sono stati creati come cooperative sociali, dove gli "ex pazienti psichiatrici", lavorano e vivono. A loro è stata lasciata la scelta sul tipo di attività lavorativa, sugli orari, sul luogo di residenza.

Gli stipendi sono veri stipendi, basati sull'orario effettivamente svolto e non imputabili a "sfruttamento del lavoro", come avviene invece in molti casi, ove a fronte di una produzione le persone ricevono somme ridicole.

In questi casi, anche persone provenienti dagli ospizi per anziani, giovani disoccupati dell'area geografica e altri, sono coinvolti e partecipi nelle cooperative sociali. In questo modo si è attuata una vera integrazione.

Questi centri, non sono stati realizzati, né ispirati dal CCDU. Alcuni psichiatri italiani li hanno creati e li dirigono (o li hanno diretti). Interpellati dal CCDU in proposito, i dirigenti di queste cooperative sociali e gli psichiatri responsabili, hanno risposto che:

  “L'utilizzo di psicofarmaci si è ridotto del 90% circa. Non perché siamo contrari a usarli, ma perché non erano più necessari.I trattamenti sanitari obbligatori sono quasi completamente spariti (riduzione di circa il 99%).Queste strutture, non solo forniscono sicurezza, riabilitazione e tutela dei diritti umani, ma i costi per le Regioni e lo Stato sono ridotti enormemente, rispetto a quelli delle normali strutture o comunità, dove i "pazienti" vengono parcheggiati, coinvolti in attività saltuarie, non pagati e sedati in risposta a qualsiasi obiezione o protesta.”

Il CCDU non può che condividere queste iniziative e fare quanto possibile per farle conoscere ai politici e al pubblico in generale. Ha dato la possibilità, ai centri e professionisti che lo desiderano, di essere segnalati nella pagina " Centri e professionisti salute mentale ".