Chiudo gli occhi e subito , io sono lì - nella sterile sala parto dell'ospedale con i suoi tocchi "casalinga " di sedie a dondolo e boiserie in rovere bordato . Il segnale acustico implacabile e ronzio di monitor e librarsi di personale medico , un richiamo costante che io non sono sola in questo momento molto privato .

Sbatto le palpebre e lui è qui . Il mio quarto figlio . Enormi profondi occhi azzurri guardando me , bocca tifo per il nutrimento .

Un soffio o due e se n'è andato . Preso dalle mie braccia e collocato su un elicottero , combattendo per la sua vita . Li guardo cinghia suo robusto corpo 9 - pound - 10 - once a una barella - le sue grida di sdegno a tacere da intubazione . Quegli occhi , chiuso nei miei , gridare " Mamma ! Aiuto! "

Ma sono impotenti . Come può essere ? Una madre in grado di aiutare il suo bambino va contro ogni istinto naturale , ma non ho altra scelta che abbandonare il mio bambino alle cure di estranei .

Ore dopo siamo riuniti . Io sto vicino alla sua Isolette desiderando lui per vivere - a respirare - per sopravvivere alla chirurgia che segue . Quello che voglio davvero è quello di fare il giorno sopra - . Tornare a ieri, quando era ancora al sicuro nel mio grembo

Non ci sono do -over , e miracolosamente egli sfida la probabilità . Respira per conto suo . Egli infermieri . Egli vive . Tre settimane dopo che è nato , vestiti per feste di 18 anni , lo portiamo a casa .

Milestones , così facilmente dato per scontato con i suoi tre fratelli maggiori diventare punti di riferimento - celebrato con una euforia noto solo a coloro che hanno imparato nel modo più duro che ogni respiro è una pietra miliare della propria.

Così , egli cresce . Si siede in su . Mangia cibo solido . La sua prima parola ?