La fondazione Carichieti celebra il centenario della nascita di Emilio Greco, presentando nelle sale di Palazzo de’ Mayo a Chieti, in collaborazione con gli Archivi Emilio Greco di Roma e con l’ope...

EMILIO GRECO, LA VITALITA' DELLA SCULTURA - PALAZZO DE' MAYO FONDAZIONE CARICHIRTI, CHIETI di Anna Scorsone Alessandri

Cultura e Società postato da anna scorsone || 10 anni fa

La fondazione Carichieti celebra il centenario della nascita di Emilio Greco, presentando nelle sale di Palazzo de’ Mayo a Chieti, in collaborazione con gli Archivi Emilio Greco di Roma e con l’opera del Duomo di Orvieto, una grande mostra di sculture e disegni dal titolo “Emilio Greco. La vitalità della scultura”.

La mostra, curata da Gabriele Simorgini è centrata sul tema del corpo nell’opera di Greco, presenterà sedici sculture fra bronzi, terrecotte, gessi e cementi, oltre un gruppo di ventisei disegni di soggetto sportivo. Le opere provengono dagli Archivi Greco di Roma, dal Museo Emilio Greco di Orvieto e da collezioni private.

Emilio  Greco nasce a Catania, l’11 ottobre del 1913. artista autodidatta si dedica alla scultura fin dalla giovinezza, ispirato alla scuola classica, romana ed etrusca in particolare; compie il suo apprendistato nella bottega di uno scultore di monumenti funerari, dove impara a sbozzare il marmo e a modellare la creta.

Autore del monumento a Pinocchio di Collodi; del monumento a Papa Giovanni XXIII in San Pietro; le Porte della Cattedrale di Orvieto, solo per citarne alcuni, è stato senza dubbio uno dei maggiori scultori italiani del secondo ‘900 la sua fama è internazionale e le sue opere sono tra l’altro conservate nei più prestigiosi musei di tutto il mondo. Pablo Picasso vedendo una sua mostra nel lontano 1981 presso la Galleria Museo Rodin a Parigi ebbe ad esprimere un suo pensiero davanti ad alcuni suoi disegni dicendo: “Questo è il più grande disegnatore che abbiamo in Europa”.

Una lunga e attenta meditazione sul corpo femminile ci viene raccontata dall’artista, infatti, lo scultore, trae ispirazione nel corpo femminile adagiato mollemente in un riposo languido. Egli trova la massima espressione creativa in sculture palpitanti di vitalità. Su questi corpi flessuosi, è istintivo l’impulso di tendere la mano alla ricerca di un contatto fisico con le superfici levigate, epidermidi all’apparenza elastiche e pulsanti vita. Fin dagli inizi della sua carriera artistica il corpo è stato il centro dei suoi interessi e della sua curiosità plastica, della sua sensibilità tattile, sia nei movimenti espressivi, ma anche nelle attese, negli stati di quiete. Vi è una ricerca di leggerezza, un desiderio di perdita di peso fisico del corpo per renderlo capace di un ascolto intimo, di un’esperienza di vita interamente e intensamente vissuta. Dall’opere scultorea di Greco promanano una profonda carica di umanità, una misura classica e una dolce sensualità, nonché una vena malinconica, che rivela un’attitudine lirica confermata anche dalla sua vocazione di poeta, sia pur umile ed appartato a cospetto della sua attività maggiore. Le statue di Greco vivono, come una creatura, il ciclo pieno delle ore, ed è in questi trapassi di giornate e di stagioni che la loro “bellezza” da formale, come appare, diviene vitale, come effettivamente risulta, e viene riconosciuto oramai da un paese all’altro, da un museo all’altro, ovunque.

Giorgio Caprone in suo testo scriveva: … Tutta l’arte di Greco suggerisce, o suscita, gioia. La gioia, appunto, dei nostri sentimenti. Sentimenti che possono essere di letizia o di mestizia, non importa, giacché a dar gioia non è propriamente il loro colore, bensì il fatto stesso d’essere sentimenti: cioè d’essere quella parte di noi medesimi – oggi nei più dispersa nella nevrosi – che meglio ci fa sentire vivi un  mondo vivo, dove anche il dolore è vita e quindi, nel senso più profondo, “gioia”…

Per Greco e per la fama universale che raggiunse, è anche fuori luogo elencare le varie esposizioni che fece durante la vita, ci piace ricordare i vari musei a lui dedicati, come quello di Catania, quello di Sabaudia, quello di Orvieto, il museo dell’aria aperta di Hakone e le sale permanenti all’Ermitage di San Pietroburgo e al Puskin di Mosca.

 

Emilio Greco muore a Roma il 4 aprile 1995 e riposa a Sabaudia nel cimitero cittadino, scelto come ultima dimora.

 

La mostra inaugurata il 29 giugno sarà visitabile fino al 29 settembre 2013.

Fondazione Carichieti Palazzo De Mayo – Largo Martiri della Libertà, Chieti.

Orario: martedì – domenica 19-23.  Il museo resterà aperto anche a Ferragosto con orario 19-23. lunedì chiuso - Ingresso libero.

 

                                              Anna Scorsone Alessandri