La verde “spia dall’alto” schierata nei mari antartici dagli eco-attivisti.   Santiago del Cile. Nelle agitate acque dei mari antartici, attivisti ambientalisti hanno varato un nuovo strumento nell...

Estero postato da times2 || 12 anni fa

La verde “spia dall’alto” schierata nei mari antartici dagli eco-attivisti.

 

Santiago del Cile.

Nelle agitate acque dei mari antartici, attivisti ambientalisti hanno varato un nuovo strumento nella lotta per fermare un’azione giapponese volta a uccidere centinaia di balene – i droni telecomandati.

 

Durante la scorsa settimana, ogni mattina un drone alimentato a batterie con un’autonomia di 300 km, è stato lanciato dalla nave ammiraglia MY Steve Irwin, la quale sta cercando di disturbare l’annuale caccia giapponese alle balene nelle acque al largo dell’Antartide.

 

“Abbiamo incontrato per la prima volta la flotta giapponese quando si trovava a 28 miglia nautiche di distanza”, ha detto Paul Watson, fondatore della Sea Shepherd Conservation Society, un gruppo internazionale a favore della fauna marina protetta con sede negli Stati Uniti.

 

I successivi tentativi delle baleniere giapponesi di bloccare la flottiglia anti-baleniere per consentire alla baleniera da trasformazione Nisshin Maru di fuggire, sono stati sventati dagli attivisti che hanno ripetutamente lanciato il drone – il quale utilizza coordinate GPS e sia immagini video che singoli fotogrammi per inseguire le baleniere.

 

“Chris Aultman, il nostro pilota d’elicottero, negli ultimi due anni ha fatto pressioni  per avere questa tecnologia, e ora che abbiamo questa “spia dal cielo” essa rende più difficile la fuga della flotta di baleniere”, ha riferito Watson in un’intervista telefonica dalla Steve Irwin. “L’altro giorno hanno cambiato direzione ritornando da est ad ovest, cosa che abbiamo rilevato con il drone.”

 

Watson dispone di 88 membri dell’equipaggio su tre navi, due delle quali sono dotate di droni. Questi si comportano come ricognitori, trovano le baleniere nella vasta distesa oceanica permettendo alle navi di Watson di dirigersi su di loro.

 

Watson ha intrapreso la sua annuale spedizione per fermare il massacro di migliaia di balene – che i giapponesi considerano “ricerca scientifica”, mentre per gli oppositori è un’azione crudele e arcaica.  “L’anno scorso avevano una quota di oltre 1.000 balene e ne hanno catturate solo il 16%. Abbiamo salvato almeno 800 balene,” ha affermato Watson, che si è fatto conoscere nello speronare le navi giapponesi come parte della sua tattica a tutto campo.

 

L’avvento di nuove tecnologie come quella dei droni può mettere fine definitivamente alla caccia giapponese, riferisce Watson, il quale rende pubblica la questione su Whale Wars (“la guerra delle balene”),  serie di documentari su Discovery Channel che segue questa caccia: “il nostro obiettivo è mandarli in bancarotta e distruggerli economicamente. Adesso che riusciamo a seguirne le tracce è più facile raggiungerlo.”

 

I droni e altri generi di veicoli aerei senza pilota (UAV – aeromobile a pilotaggio remoto), un tempo riservati allo spionaggio militare israeliano e all’aeronautica militare americana, sono stati inviati in missioni civili come il controllo dei raccolti o lo studio dei mammiferi marini. Ad aprile i droni si sono librati nelle zone ad alta radioattività della centrale nucleare Daichii di Fukushima, Giappone, registrando dati su zone troppo pericolose perché  l’uomo possa entrare.

 

Organi federali statunitensi, compresa la Federal Aviation Administration (FAA – Agenzia americana dei trasporti aerei civili) sono in lotta per controllare questo fiorente settore. Secondo il Los Angeles Times questo mese la FAA formulerà proposte per chiarire le norme sull’utilizzo dei droni per compiti civili e commerciali.

 

Sebbene un drone di solito costi centinaia di migliaia di sterline, alcuni sono disponibili a meno di 500. L’unità utilizzata da Sea Shepherd è un modello molto resistente conosciuto come “Osprey” (falco pescatore), il quale può funzionare per centinaia di ore.

 

E’ stato donato a Sea Shepherd da Bayshore Recycling, società di riciclaggio dei rifiuti solidi impegnata nella protezione ambientale, con sede in New Jersey. Oltre ad aver pagato per il drone un costo stimato in 10.000 sterline, Bayshore ha finanziato anche l’addestramento dei piloti per condurre le apparecchiature di controllo a distanza.

 

“Tutti qui a Bayshore sono galvanizzati dalla notizia che Sea Shepherd non soltanto salverà la vita a molte balene, ma continuerà anche a monitorare la flotta di baleniere giapponesi in questa caccia,” ha detto Elena Bagarozza, coordinatrice marketing di Bayshore.

 

Watson prevede che i droni saranno utilizzati per pattugliare zone ambientali sensibili che vanno dalle isole Galapagos ad altre note aree faunistiche protette come il Kruger National Park in Sudafrica.

 

“Il potenziale è enorme e grande è il valore di questa tecnologia – per la nostra spedizione è meraviglioso,” ha affermato Eleanor Lister, 20 anni, un membro dell’equipaggio del Sea Shepherd che viene dal New Jersey, parlando al telefono satellitare a bordo della Steve Irwin da una posizione a suo dire “a circa 1.000 miglia a sud-ovest dell’Australia”.

 

Ha descritto la routine quotidiana che inizia allorquando il primo ufficiale della nave solleva in aria il drone Osprey, quindi lo invia nel vento di prua. Dopo aver seguito la traiettoria delle baleniere giapponesi, il drone termina la missione dirigendosi verso la Steve Irwin, dove vola all’interno di una spessa rete. Qui l’equipaggio ne verifica eventuali danni, poi scarica il video e i fotogrammi dell’ultima missione.

 

Nonostante il maltempo dell’ Antartide, il drone ha compiuto decine di voli e finora non ha avuto alcun problema con l’accumulo di ghiaccio sulle ali o nel superare il vento delle burrasche.

 

“Osprey si trova a proprio agio nel vento e riesce a manovrare con 40 nodi,” ha detto Jimmy Prouty, ingegnere dei sistemi presso Hangar 18, la società che lo produce, con sede in Kansas. “Questa unità è impermeabilizzata e ha molteplici ausili  di sicurezza, al punto che se avesse problemi oppure le batterie scariche, tornerebbe automaticamente alla base.”

 

Fonte: Jonathan Franklin per Counterpunch 02.01.2012

Traduzione di Gabriele Picelli per www.times.altervista.org

Fonte: http://times.altervista.org/droni-contro-baleniere-giapponesi/