Il 20 giugno in Piazza Castello ad Alcamo, l’artista Bartolomeo Conciauro realizza un’installazione d’arte contemporanea dal titolo Do ut des, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Co...

DO UT DES, UN'INSTALLAZIONE DI BARTOLOMEO CONCIAURO.

Cultura e Società postato da anna scorsone || 10 anni fa

Il 20 giugno in Piazza Castello ad Alcamo, l’artista Bartolomeo Conciauro realizza un’installazione d’arte contemporanea dal titolo Do ut des, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Alcamo.
L’installazione, realizzata dall’Associazione RicercArte con la curatela della dott.ssa Marilena Calcara, avrà luogo in Piazza Castello in due momenti diversi, uno alle 17.00, l’altro alle 21.00.
Bartolomeo Conciauro attraverso un’installazione di duecentocinquanta vassoi di alluminio posti in una delle piazze centrali della città di Alcamo, durante la festa più importante del paese, indaga criticamente i rapporti della società contemporanea, basati sul calcolo e l’opportunismo.
Il medium artistico scelto, duecentocinquanta vassoi d’alluminio, mostrano quanto in realtà la vera protagonista dell’installazione sia la luce. L’opera d’arte esiste infatti in due momenti diversi e in modi diversi e la luce definisce il carattere dell’operazione e modifica il materiale scelto come elemento della performance.
La luce e la forza dell’energia primaria hanno uno slancio metafisico. La performance di Conciauro punta sulla forza della meraviglia, quel momento di stupore, di emozione che, ha scritto Aristotele, ha portato l’uomo a filosofare, lo ha posto di fronte alla propria ignoranza e lo ha costretto a chiedersi il perché delle cose, ad investigare l’essenza delle cose.
Spiega la curatrice Marilena Calcara: “lo slancio metafisico è essenziale per andare a fondo e per comprendere realmente l’essenza dell’opera. Davanti ai vassoi, dopo la meraviglia, siamo privi di schemi a cui ricorrere, privi di calcoli da fare. L’atto di fruizione diventa una ricezione totale del momento e un dono di sé stessi in modo completo e pieno. Questo è lo spirito con cui dobbiamo porci di fronte all’amore, un atto di dono del nostro sentire più vero e più autentico, illuminato di meraviglia e privo di orpelli del tempo”.
In questo atto di “donazione” di amore, di arte, di meraviglia si interseca lo spirito critico dell’artista. Il titolo dell’opera “do ut des” mostra infatti chiaramente l’incapacità di trovare nella realtà forme di donazione incondizionata.
L’installazione trascende nella performance mostrandosi come un momento di fruizione, condivisione e riflessione sulle relazioni del nostro tempo.

In un suo testo Claudio Alessandri scriveva: “Le opere di Conciauro catturano la nostra attenzione prima per bellezza visiva immediata e, dopo approfondita lettura, per le soluzioni squisitamente tecniche che travalicano l’aspetto strettamente manuale per assumere una originalità che è, frutto di una lunga esperienza forgiata da infinite difficoltà.  L’analisi attenta dei vari soggetti si presta a svariati interrogativi che trovano comunque una risposta appagante; luce, simulazione di movimenti e pigmenti sapientemente mixati, adesso hanno un senso e le stesse immagini suggeriscono soluzioni prima impossibili. La stratificazione dei vari elementi coloristici, denuncia una tecnica tanto complessa quanto efficace ad illustrare un mondo fantastico che fa scaturire, nella nostra immaginazione, luoghi, oggetti, fantastici volatili… Sostituirsi per un attimo all’artista diventa inebriante e ci permette di conoscere, attraverso la sua pittura, nuove dimensioni del vedere.  Conciauro offre immagini stupende, macchie di colore che vanno dai cieli sfumati del tramonto, all’intrigo lussureggiante di  alberi dal verde cangiante nelle sue infinite gradazioni; uno squarcio di giallo solare, suppone l’esistenza di messi mature; i rossi si insinuano timidamente, quanto basta ad animare le ricche campiture blu di un mare infinito… Un lavoro pensato ed immaginato, che richiede lunghe attese, una tensione spasmodica che si placa solo quando l’immagine appare sulla superficie nella sua completezza, specchiata nel complesso lavoro cerebrale che elabora immagini reali per condurle ad una visione artistica che è fantasia e, principalmente poesia”.  

Bartolomeo Conciauro nasce a Palermo, dopo gli studi superiori frequenta l’Accademia di Belle Arti, che abbandona per dedicarsi alla ricerca orientata recentemente verso le elaborazioni di nuove soluzioni artistiche, video arte, pittura su metalli convenzionali, manipolazioni su fibra di cotone ed applicazioni su supporto cartaceo a mano ad alto spessore.