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Attualità postato da mondointernet2009 || 13 anni fa

Situazione di grave rischio per le ville romane di Stabiae in conseguenza del grave dissesto idrogeologico.

"Situazione di grave rischio per le ville romane di Stabiae in conseguenza del grave dissesto idrogeologico che interessa l’area a monte del pianoro di Varano.

Lo ha affermato Vincenzo Morra , Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli studi di Napoli “ FedericoII” e consigliere dell’Ordine dei Geologi della Campania .

Questo stato di rischio è ben noto da molto tempo – ha proseguito Morra - tantè che nell’area, in più momenti, sono stati condotti sulla collina di Varano, in virtù sia delle pre-esistenze archeologiche che dell’intensa urbanizzazione, numerosi studi, i più importanti dei quali possono ritenersi quelli condotti dall’INFRASUD a metà degli anni ’80 e quelli svolti a cura del Consorzio CIVITA (Progetto VIP – rientrante nel Programma Operativo Nazionale 2000-2006 “Ricerca, Sviluppo tecnologico, Alta Formazione”).

Tuttavia pur esistendo altri dati (es.: indagini a corredo del P.R.G.), il quadro conoscitivo non può ritenersi sufficiente con riferimento all’ambito morfologico “unitario” rappresentato dalla collina di Varano, i cui problemi di sicurezza idraulica e geologica derivano anche dalle condizioni di stabilità dei retrostanti rilievi. Su questa base nell’anno 2007 il CRdC INNOVA ed il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università Federico II di concerto con la Soprintendenza Archeologica di Pompei (SAP) e la Fondazione Restoring Ancient Stabiae (RAS) hanno proposto alla Regione Campania la realizzazione di un programma di studio finalizzato alla definizione dei criteri d’intervento per la mitigazione delle specifiche tipologie di rischio idraulico e geologico. Ciò al fine di garantire non solo la fruibilità del patrimonio archeologico già portato alla luce, ma anche e soprattutto a garantire la prosecuzione, in condizioni di sicurezza, delle future attività di scavo ed esplorazione
”.

“I gruppi di ricerca proponenti erano, infatti, fermamente convinti che si dovesse ritenere assolutamente prioritario, nel medio periodo, un piano di interventi per la messa in sicurezza dell’intera collina – ha affermato anche Maurizio de’ Gennaro del Dipartimento di Scienze della Terra - per scongiurare il rischio di impegnare ingenti risorse finanziarie per attività che sarebbero risultate pesantemente condizionate dagli effetti dei vari fenomeni di instabilità noti per l’area”. Dunque “il progetto – ha dichiarato de’ Gennaro - voleva affrontare vari temi che spaziavano dalla geologia di superficie alla geofisica per l’investigazione del sottosuolo, passando attraverso la ricostruzione dei paleoambienti con un approccio multidisciplinare, alla geologia da sondaggio e da scavo non dimenticando aspetti squisitamente applicativi (geologia applicata, geotecnica, idraulica) ma che meritavano una grande attenzione per la situazione estremamente compromessa dell’area in cui insiste il Parco.
In particolare gli studi di geologia applicata avrebbero permesso una attenta ricognizione delle attuali condizioni di criticità geoambientale, legate ai fenomeni franosi e da alluvionamento; inoltre avrebbero consentito una verifica delle effettive condizioni di pericolosità e rischio idraulico e geologico, in vista dell’individuazione delle linee-guida di intervento per la mitigazione delle specifiche tipologie di rischio presenti nell’area in cui insiste il Parco Archeologic
o”.

“Anche in questo caso si può affermare – ha concluso Vincenzo Morra - che la parola d’ordine che segna il cammino è la prevenzione, ma che sempre più spesso viene dimenticata”.

http://www.edilizia.com/Comunicati_Stampa/Comunicati_Stampa_del_2010/Dissesto-idrogeologico:-a-rischio-le-ville-di-Stabiae

Fonte: http://www.edilizia.com/Comunicati_Stampa/Comunicati_Stampa_del_2010/Dissesto-idrogeologico:-a-rischio-le-ville-di-Stabiae