Certi compressori, come quelli a vite o centrifughi, sono sviluppati per funzionare in continuità e a pieno ritmo, pur mantenendo il flusso d'aria di picco. I motori e i sistemi di raffreddamento di questi compressori sono quindi progettati per lavorare al 100% nel tempo e senza surriscaldamento. Ma questo non vale per tutte le tipologie di compressori.

I compressori a pistoni, ad esempio, non hanno le capacità di raffreddamento per funzionare continuamente per lunghi periodi di tempo. Quindi, ogni compressore a pistone deve essere necessariamente dotato di una percentuale di esecuzione e fermo, che viene comunemente indicata come ciclo di lavoro.

Il ciclo di lavoro, termine normalmente utilizzato per la valutazione dei motori elettrici, è il tempo in cui un compressore lavora, rispetto al tempo totale del ciclo (tempo totale di corsa e fermato). Ad esempio, un compressore con un tempo di ciclo totale (Tc) di 10 minuti e un tempo di esecuzione (Tr) di sei minuti ha un ciclo di lavoro stimato del 60%.

Curioso notare come nell’industria dell'aria compressa siano presenti numerosi standard a cui i produttori devono aderire, ma per il ciclo di lavoro non vi sia alcun riferimento. Una mancanza che può creare molta confusione e soprattutto portare gli operatori ad acquistare costosi compressori che si vantano di avere un ciclo di lavoro del 100%: un dato praticamente impossibile.

Proprio per questa ragione, è corretto contattare professionisti del settore, in grado di fornire un servizio completo, dalla progettazione alla realizzazione, fino all’assistenza post-vendita. Aziende che, grazie alla professionalità e competenza dei propri tecnici, possono offrire la miglior assistenza tecnica e consigliare i migliori ricambi per compressori, sulla base delle varie esigenze di produttività.