Delirio. Composizione e scomposizione del pensiero delirante, il nuovo volume di Enrico Magni e Simon Pietro Scaccabarozzi nella collana Punti di Vista, come ha affermato il dott. Vittorio Rigamont...

Italia postato da ariannaci || 7 anni fa

Delirio. Composizione e scomposizione del pensiero delirante, il nuovo volume di Enrico Magni e Simon Pietro Scaccabarozzi nella collana Punti di Vista, come ha affermato il dott. Vittorio Rigamonti (Responsabile Struttura Semplice di Psicologia Azienda Ospedaliera di Lecco) nella introduzione al volume "(...) rappresenta davvero un lavoro attento e scrupoloso in un campo difficile come quello della psicopatologia del delirio. (...) Merita certamente stima ed apprezzamento l’aver affrontato, con un’analisi così precisa e accurata, una realtà tanto piena di angoscia, anche perché, tra le pieghe del lavoro scientifico, si percepisce una calda e profonda partecipazione alla sofferenza del paziente (...)".
Per comprendere meglio come si genera e si costruisce una struttura delirante, e più in generale i contenuti del testo, abbiamo intervistato gli autori Enrico Magni (psicologo, psicoterapeuta, sessuologo, ipnologo, specialista in Criminologia) e Simon Pietro Scaccabarozzi (psicologo, psicoterapeuta). (L'intervista completa è sul Blog di
Edizioni Psiconline)

D. Ringraziamo gli autori per aver collaborato alla nostra intervista con risposte semplici e chiare che aiuteranno sicuramente a comprendere i contenuti del volume.
Perché scrivere un testo che tratta il tema del delirio e del delirare?
R. È una domanda legittima anche perché ci sono vari testi sia di psicologia clinica sia di psichiatria che affrontano questo argomento.
Il libro non nasce con uno scopo accademico, origina dall'attività quotidiana con i pazienti. Sono stati i dialoghi deliranti con i pazienti a far emergere delle domande riguardanti il come si forma il ragionamento del delirante.
Il delirio e il delirare sono dei modi cognitivo-esistenziale di essere, è importante conoscere come si struttura il pensiero e il ragionamento del delirio nel delirante, non per 'ingabbiarlo' con interpretazioni o con neurolettici, ma per trovare quella modalità linguistica funzionale
alla comunicazione e alla relazione. 

D. A chi è rivolto?
R. È rivolto a tutti coloro che operano nel settore del disagio psichico: psichiatri, psicologi, educatori, ma anche filosofi, logici, linguisti..., è rivolto per certi versi a tutti quelli che sono interessati a come si sviluppa il pensiero.

D. Cosa ha dato vita a questo testo?
R. È un testo nato dalle riflessioni scaturite nella pratica clinica a contatto quotidiano per anni con il delirio. È un testo che cerca di rispondere a delle domande-risposte non trovate  nei testi sul delirio oppure dal confronto con i colleghi o con la supervisione. È un libro
che origina dentro un contesto di malattia o disagio mentale. Il testo è nato da una ricerca su come si forma il pensiero delirante da un punto di vista psico-logico e come si formano gli errori cognitivi concettuali che condizionano il percepito dissonante del delirante.

D. Chi è il delirante?
R. La risposta potrebbe essere banale. È delirante colui che dice cose sconnesse, irreali, senza spazio-tempo che ha delle allucinazioni semplici o complesse. Questa è la sintesi un po' semplificata di chi è il delirante. Ma non è vero. Il ragionamento della persona 'normale' è composto da tipologie di pensiero che contengono temi non razionali.
Il ragionamento di ogni persona che si ritiene normale è composto anche da errori psico-logici deliranti.

D. Perché si delira?
R. Si può delirare a causa di una lesione traumatica nel lobo frontale oppure da una serie di alterazioni dei neurotrasmettitori. È sempre un fatto bio-psichico. Si può delirare però anche senza alterazioni organiche. Il delirio è la più consistente e robusta organizzazione difensiva contro ogni forma di apertura al mondo, all'io pensante, ad ogni tu che si vuole relazionare.
Si potrebbe dire come forma di difesa per evitare di stare in questo mondo, oppure per questioni neurologiche o psicopatologiche, ma si delira anche perché c'è un piacere a raccontarsi delle storie, per scoprire dei sintagmi linguistici e perché si continua a commettere degli errori psico-logici che non hanno nulla a che fare con la psicosi o il danno neurologico.

D. Potete illustrarci, anche brevemente le tipologie del pensiero?
R. È il bello del libro. Sono stati individuati delle tipologie del pensiero specifiche, si prenda quella magica. Il pensiero magico è un pensiero quotidiano che consiste nel fare le corna per scacciare una malattia, nel pensare che facendo una determinata azione prescritta dalla medium tenga lontani da una disgrazia, oppure pensare che gli dei dell'Olimpo possano liberarci dalle pestilenze. Il pensiero magico è composto da un concetto di legame partecipativo tra due elementi: “medium e malattia”.
Il pensiero asimmetrico è caratterizzato dal fatto che il suo inverso non è identico alla relazione originaria. Es: “Lucia è la madre di Marianna” , è una relazione asimmetrica, poiché il suo inverso è  “Marianna è la figlia di Lucia”  è differente dalla relazione iniziale.
Il pensiero iperinclusivo si basa sul connettivo logico della congiunzione e. Es: “P Ʌ A Ʌ  B Ʌ  C Ʌ ...Giovanni è bello, brutto, veloce,laureato, uomo, basso, lento...”

D. Come può manifestarsi il delirio?
R. Il delirio si riconosce attraverso la disconnessione del ragionamento parlato, dal comportamento  maniacale e dalle allucinazioni. Ma il delirio prima di manifestarsi, di esprimersi è soggetto ad un processo interno, muto e silente che può durare anni.

Fonte: http://www.edizioni-psiconline.it/blog/cos-e-il-delirio-e-perche-si-delira-lo-chiediamo-a-enrico-magni-e-s-p-scaccabarozzi-autori-di-delirio.html