I giudici hanno puntato il dito contro il carattere "propositivo" del testo, che oltre a ampliare le tutele reali in caso di licenziamento illegittimo estende la norma alle imprese sotto 15 dipende...

Economia postato da thebirdnews || 7 anni fa

I giudici hanno puntato il dito contro il carattere "propositivo" del testo, che oltre a ampliare le tutele reali in caso di licenziamento illegittimo estende la norma alle imprese sotto 15 dipendenti. Il quesito non è poi ritenuto "omogeneo e univoco"

MILANO - Il referendum abrogativo sui licenziamenti illegittimi - che puntava a riottenere le tutele dell'articolo 18 estendendole alle imprese sotto 15 dipendenti - e bocciato dalla Corte costituzionale, è stato ritenuto inammissibile dai giudici costituzionali perché propone di fatto una nuova norma facendo un taglia e cuci delle vecchie, non è unitario e neppure omogeneo.

Il taglia e cuci. La Consulta - che invece aveva dato il via libera ai quesiti su voucher e nuovo codice degli appalti - motiva la bocciatura "anzitutto a causa del suo carattere propositivo, che lo rende estraneo alla funzione meramente abrogativa assegnata all'istituto di democrazia diretta" del referendum. E' quanto si legge nelle motivazioni appena depositate e che dettagliano la decisione annunciata lo scorso 11 gennaio. Secondo i giudici, "il quesito manipola il testo vigente dell'art. 18 della legge n. 300 del 1970 attraverso la tecnica del ritaglio, ovvero chiedendo l'abrogazione, quanto ai commi primo, quarto, sesto, settimo e ottavo, di frammenti lessicali, così da ottenere, per effetto della saldatura dei brani linguistici che permangono, un insieme di precetti normativi aventi altro contenuto rispetto a quello originario".

Fonte: http://thebird.altervista.org/consulta-il-no-al-referendum-sullart-18-voleva-abrogare-alcune-parti-per-creare-una-nuova-norma/