Ciro Pinto è un autore poliedrico e sensibile, attento osservatore e conoscitore dell’animo umano e L’uomo che correva vicino al mare è sicuramente un libro toccante e profondo.Un racconto che trad...

Letteratura postato da ariannaci || 8 anni fa

Ciro Pinto è un autore poliedrico e sensibile, attento osservatore e conoscitore dell’animo
umano e L’uomo che correva vicino al mare è sicuramente un libro toccante e profondo.
Un racconto che traduce la complessità del vivere con quella schiettezza che è frutto di
profonda esperienza.
Un racconto che nella sua scrittura privilegia la condizione dell’attesa. (Prof.ssa Anna Maria
Vitale).
Il romanzo adesso è disponibile anche nella versione Ebook, un’ottima occasione per
incontrare di nuovo Ciro Pinto per alcune domande sul suo libro (L'intervista completa è sul
Blog di Edizioni Psiconline).

Ciro Pinto è nato a Napoli, nel Novembre del 1953, dove tuttora risiede.
È laureato in economia e commercio e proviene dal settore bancario e finanziario, dove ha
ricoperto ruoli manageriali in un holding internazionale. Ha vissuto alcuni anni a Bologna e a
Firenze.
Dal 2011 ha lasciato l’attività lavorativa e si è dedicato alla scrittura.
I suoi hobby: tennis, palestra, nautica. Appassionato di calcio.
Ha pubblicato i romanzi: Il problema di Ivana, DrawUp, Luglio 2012, che ha ricevuto vari
riconoscimenti, tra cui la Menzione Speciale dell’Asso Artisti Nazionale.
L’uomo che correva vicino al mare, ed. Psiconline, Febbraio 2014, secondo posto al I Premio
Letterario Nazionale Circe 2013, inediti (primo posto per la Giuria dei lettori); Premio
Emotion alla 7^ Edizione del Premio letterario Internazionale Città di Cattolica – Pegasus
Literary Awards, 2015, sezione editi.
Gli occhiali di Sara, ed. Tra le righe libri, Marzo 2015, vincitore del Premio Letterario
Internazionale Nabokov 2014, sezione inediti.
Subway, di Ciro Pinto e Rossella Gallucci, Psiconline (uscita prevista: inizio  2016), vincitore
del II Premio Nazionale Letterario Graffiti Camuni Narrativa, sezione inediti; terzo posto al IX
Premio Letterario Internazionale Gaetano Cingari 2014, sezione inediti.
Ha pubblicato la silloge poetica: Di fossato in fossato, di Rossella Gallucci e Ciro Pinto, ed.
Octopus, 2015, segnalazione della Giuria al IX Premio Letterario Internazionale Gaetano
Cingari 2014, sezione inediti.
Ha scritto numerosi racconti e diverse poesie che hanno vinto premi e sono pubblicati in varie
antologie.

D. Quando è stato ideato L’uomo che correva vicino al mare e quando hai capito che era pronto per la pubblicazione?
R. Ho scritto L’uomo che correva vicino al mare subito dopo la stesura del mio primo
romanzo: Il problema di Ivana, ovvero nei primi mesi del 2012.
Avevo appena finito di scrivere Ivana e mi sentivo svuotato, come succede ogni volta che porti a compimento una creazione. Sentivo il bisogno di staccarmi da quel senso di vuoto che mi riempiva l’anima, allora ho pensato di colmarlo con una nuova avventura.
Provavo anche una strisciante paura di invecchiare: avevo da poco compiuto cinquantotto anni, nel romanzo precedente avevo parlato di giovani, della crisi, della responsabilità della scelta e dell’importanza della coerenza. E d’improvviso mi sono sentito vecchio.
Una miscellanea di suggestioni ha iniziato a macerare nella mente, a quel punto avevo solo una possibilità: scriverne.
L’ho pubblicato con Edizioni Psiconline, che ringrazio ancora per aver creduto nel romanzo,
nel febbraio 2014, quando man mano mi stavo staccando da Ivana, pubblicato un anno e mezzo prima.

D. Come è cambiato Ciro Pinto dopo L’uomo che correva vicino al mare, o più precisamente, il romanzo ti ha cambiato?
R. Sì. Ogni esperienza, di qualunque genere, ci cambia. Sono cambiato come uomo e come
autore. Come persona sono diventato più ponderato, più consapevole che la vita non è solo un diritto, ma soprattutto un regalo, che va tutelato. Come autore ho imparato tanto dalla stesura de L’uomo, ho imparato a focalizzare il pensiero sulle emozioni, a scavare nelle percezioni e nei sentimenti.

D. Descrivici le caratteristiche del personaggio principale e anche delle altre figure che ruotano intorno al protagonista.
R. Giorgio Perna è un uomo del nostro tempo, decisionista, determinato e concreto. Ha
principi saldi e un forte senso della famiglia. È un pianificatore, un uomo che crede nel lavoro
e nel successo. La sua sensibilità viene a volte sommersa dalla smania di progettare, a tal punto da non riuscire a capire fino in fondo le persone che ama e che lo amano. Gli altri personaggi si delineano di riflesso nei rapporti che hanno con lui. Elena, la madre, icona dell’affetto e dell’istinto di protezione che ogni mamma ha verso le sue creature. Il padre, Umberto, uomo sensibile e sognatore, vive solo per la sua pittura. Poi, con la morte della moglie, si sentirà colpevole e si dedicherà soltanto al lavoro e all’educazione di Giorgio. Ma solo dopo molti anni il protagonista vivrà il dolore della perdita del padre e comprenderà la portata del suo dramma. La moglie, Eva, rappresenta per lui la meta, il patrimonio più importante della sua esistenza. Il suo equilibrio, la sua saggezza sono i fari che illuminano il percorso della sua vita.
Paola, la figlia, rappresenta la forza, la tenacia e la dolcezza, tutte doti che solo una donna
riesce a mettere assieme.

D. Il romanzo è stato pubblicato più di un anno fa, cambieresti qualcosa?
R. Dopo L’uomo che correva vicino al mare ho scritto Gli occhiali di Sara, pubblicato ad
Aprile di quest’anno, e che mi sta dando tante soddisfazioni; ho scritto un altro romanzo:
Subway, insieme a Rossella Gallucci, previsto in uscita nel 2016, proprio con Psiconline.
Ho scritto due sillogi, sempre a quattro mani con la Gallucci, Di fossato in fossato, pubblicata
nel marzo di quest’anno, e Viversi, ancora inedita. Ho una serie di racconti raccolti in un’antologia ancora inedita: Five. Ho scritto tanto, dunque, e scrivere fa arricchire e migliorare come uomo e come scrittore. Alla luce di queste esperienze, se scrivessi adesso L’uomo, forse il risultato potrebbe essere leggermente diverso, ma non sarebbe giusto. Penso che ogni percorso sia formato da tappe irrinunciabili e fondamentali per la crescita personale e professionale. E, ad ogni modo, non cambierei nulla de L’uomo, perché rappresenta un preciso momento creativo che non può essere inquinato da interventi successivi.

Fonte: http://blog.edizioni-psiconline.it/2015/07/09/ciro-pinto-la-nuova-intervista-di-edizioni-psiconline/