Bullismo a “Lecce centro”. Ragazzini aggrediti da una ronda di teppistelli a schiaffi, calci e pugni. E non è la prima volta che accade. Lo “Sportello dei Diritti”: tolleranza zero. Rispondano i...

Bullismo a “Lecce centro”. Ragazzini aggrediti da una ronda di teppistelli a schiaffi, calci e pugni.

Italia postato da dagata || 5 anni fa

 

Bullismo a “Lecce centro”. Ragazzini aggrediti da una ronda di teppistelli a schiaffi, calci e pugni. E non è la prima volta che accade. Lo “Sportello dei Diritti”: tolleranza zero. Rispondano i genitori dei bulli

 

Il risveglio di questa domenica mattina di un inverno che timidamente si avvia verso la fine, ci è stato turbato dal racconto di una giovane madre, pubblicato attraverso un post di Facebook, nel quale sono stati descritti nei minimi particolari un evento e il turbamento derivatone, che non sono più rari e che pochi, come questa coraggiosa mamma, hanno avuto il coraggio di raccontare: l’aggressione del proprio figlio e del suo gruppo di bravi ed educati altri tre amichetti, da una vera e propria ronda di circa dieci bulli che come una gang gli hanno accerchiati e senza alcun motivo, se non per spirito di teppismo, per un “divertimento” senza alcun senso, gli hanno spintonati, presi a pugni e schiaffi ed infine si sono dileguati, resi quasi “invisibili” dalle loro felpe con cappuccio. E non si tratterebbe di un caso isolato nel centro cittadino di Lecce, dove gruppetti di ragazzi passerebbero il loro weekend a girare nelle vie cittadine con l’unico scopo di bullizzare altri coetanei “colpevoli”, questi, di essere solo tranquilli, senza genitori al seguito e, quindi, apparentemente indifesi. Purtroppo, quando fenomeni come questi non si sopiscono e continuano ad essere vivi più che mai nella nostra realtà, non resta che denunciarli e dimostrare alcuna tolleranza, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non solo per le conseguenze di natura psichica sulle piccole “vittime”, ma anche per quelle che riguardano il futuro esistenziale dei bulli, che senza alcuna punizione e nel probabile disinteresse dei loro genitori sui quali vanno fatte in qualche modo ricadere le colpe di queste condotte, si avvierebbero ad una vita nella quale la percezione degli effetti delle loro azioni negative, porterebbe a nessuna conseguenza.