L’attuale nome "black jack" venne inventato in America e lo si deve al fatto che un tempo il punto 21, conseguito  con un asso di picche ed un fante di fiori oppure un asso ed un fante entrambi di picche, veniva pagato 10 a 1.

Le origini di questo affascinante gioco affondano in Europa, nel XVII secolo. Il gioco ebbe larga diffusione specialmente in Inghilterra ed arrivò negli Stati Uniti intorno al 1910, raggiungendo sin da subito un enorme successo.

La diffusione del black jack seguì in seguito il percorso inverso e venne nuovamente esportato stavolta dagli Stati Uniti verso l’Europa, prima in Francia e poi nei più famosi casinò Italiani.

A partire dagli anni ’70, giocatori e sistemisti hanno focalizzato la propria attenzione verso il black jack, esattamente in seguito alla pubblicazione di “Beat the dealer”, il celebre libro di E.O. Thorp, un matematico Statunitense che dimostrò in maniera scientifica come una tecnica di gioco basata sul conteggio dei 5 era in grado di consentire al giocatore di avere un vantaggio matematico sul banco.

Da allora tanti altri sistemisti hanno dedicato le proprie capacità al perfezionamento di tecniche di gioco che consentissero di battere il banco, talvolta servendosi dei primi elaboratori elettronici. Lo stesso Thorp mise a punto il conteggio dei 10, una strategia ancora più efficace del conteggio dei 5.

I giocatori che misero da parte vere e proprie fortune grazie a dette tecniche di gioco furono tanti, tra questi lo stesso Thorp il quale sbancò diverse sale da gioco prima di rivelare al mondo il segreto del suo successo. I casinò decisero allora di correre ai ripari modificando le regole del gioco così da rendere la vita più difficile al giocatore, ad esempio aumentando il numero di mazzi impedendo così di conteggiare le carte. In alcuni casi venne addirittura deciso d non consentire più l’ingresso nelle sale da gioco a determinati giocatori.