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Bicentenario del Comune di Poggiodomo – 18 Agosto 2009

Cultura e Società postato da umbriaweb || 14 anni fa

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Quest’anno ricorre il Bicentenario del Comune di Poggiodomo, che nel 1809, con l’occupazione dello Stato Pontificio da parte di Napoleone, fu separato da Cascia e riconosciuto amministrativamente come territorio autonomo, compreso nel dipartimento del Trasimeno.

In occasione di tale ricorrenza l’Amministrazione Comunale ha organizzato un festeggiamento celebrativo, il 18 Agosto a Poggiodomo, che coinvolgerà tutti i cittadini del capoluogo e delle sue frazioni (Mucciafora, Roccatamburo e Usigni). Il Sindaco Egildo Spada infatti, ritiene che sia importante ricordare insieme alla popolazione l’autonomia territoriale del Comune, come preludio alla sua costituzione a Comune vero e proprio, che avvenne pochi anni dopo con la restaurazione pontificia, che nel 1816 confermò tale distacco territorialmente, obbligando Poggiodomo, Usigni, Roccatamburo e Mucciafora a formare una propria comunità. Il piccolo Comune fu poi riconfermato con la sua annessione al Regno d’Italia e in seguito il suo assetto comunale fu soggetto alle leggi del nuovo Stato italiano.L’iniziativa prevede una rivisitazione delle tradizioni popolari del luogo, con canti locali e un rinfresco con i prodotti tipici del territorio.

Programma della serata:

Musica popolare tipica del territorio con il gruppo “Sonidumbra”

“Rinfresco Rustico” a metà serata

 

Storia di Poggiodomo

Poggiodomo, castello di poggio, le cui origini risalgono al XII secolo, si affaccia sulla valle del torrente del Tissino ed è sovrastato da Monte Carpenale e da Monte Coscerno. Situato a 974 metri s.l.m. con circa 160 residenti è il comune più piccolo dell’Umbria. La superficie dell’intero territorio comprende, oltre al capoluogo tre frazioni: Mucciafora, Roccatamburo ed Usigni. Nel territorio del comune di Poggiodomo, già in età  protostorica, nei pressi di M. Maggio, M. Coscerno e M. Castello, e poi in epoca preromana, sono attestati insediamenti umani. Non si è in grado di determinare con precisione l’evoluzione che in tali zone portò dai villaggi protostorici al pagus romano e da questo al curtis medievale. Solo a partire dal XII secolo si avranno notizie precise riguardo una presenza stabile e continuativa sul territorio; da questo secolo infatti le vicende che interessarono il territorio del comune di Poggiodomo andarono intrecciandosi con quelle dei vicini comuni di Cascia e Spoleto. Nei secoli XIII e XIV le vicende del comune  di Poggiodomo sono strettamente legate a quelle dei comuni di Spoleto e Cascia, dove si è trovato alternativamente coinvolto nelle vicende storico-politiche di entrambi; dapprima sotto la podestà di Spoleto e successivamente nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini nel comune di Cascia. Nel 1361 il territorio di Poggiodomo, escluso Usigni, non faceva più parte del comune di Spoleto, e la frazione di Usigni venne spesso contesa tra i comuni di Cascia, Norcia e Spoleto. Nel 1377 Cascia riuscì ad estendere il proprio dominio su Usigni e qualche anno dopo su tutto il comprensorio di Poggiodomo; a testimonianza di ciò, sta il fatto che in questi territori furono eletti sindaci e guardiani che rispondevano del loro operato al Podestà di Cascia. Con il Sacco di Roma (1527) molti castelli di Cascia, tra cui Poggiodomo, Usigni, Roccatamburo e Mucciafora, cercarono protezione sotto Spoleto e in seguito si dichiararono autonomi. Lo statuto di Poggiodomo fu letto e approvato nella chiesa di San Salvatore il 1 settembre del 1529, dove si riconosceva comunque  l’autorità di Spoleto. Durante il XIX secolo con l’occupazione dello Stato Pontificio da parte di Napoleone, nel 1809, Poggiodomo fu separato da Cascia e riconosciuto amministrativamente come territorio autonomo, compreso nel dipartimento del Trasimeno. La restaurazione pontificia nel 1816

 

confermò tale distacco territorialmente e obbligò Poggiodomo, Usigni, Roccatamburo e Mucciafora a formare una propria comunità. Come stemma fu scelto quello della Congregazione dei Possidenti: due mani incrociate su campo rosso, mentre nel 1868 fu deliberato di passare al Comune parte dei beni di tale Congregazione e la chiesa parrocchiale di S. Carlo, alla costruzione della quale aveva contribuito in modo determinante. Nel 1888 e nel 1891 vengono concessi per legge a Poggiodomo i beni comuni delle frazioni e del capoluogo, ma, dietro la loro protesta, intorno al 1930 esse vi riprendono possesso grazie all’istituzione delle Comunanze Agrarie.