Neanche il tempo di affermarsi quella naturale che in America, ed esattamente in Canada, sta già spopolando una nuova e bizzarra usanza per chi passa a miglior vita. Si tratta della ‘bio-cremazione...

Arriva la ‘bio-cremazione’, l’Italia sarà coinvolta?

Attualità postato da ela2015 || 7 anni fa

Neanche il tempo di affermarsi quella naturale che in America, ed esattamente in Canada, sta già spopolando una nuova e bizzarra usanza per chi passa a miglior vita. Si tratta della ‘bio-cremazione’, che sta nascendo tra i popolo canadese fautore del processo chimico chiamato ‘idrolisi alcalina’. Lo slogan sostenuto dagli scienziati canadesi per la promozione di questo nuovo fenomeno è la necessità di impiegare soltanto un decimo del gas naturale e un terzo dell’elettricità che sono utilizzati nella procedura standard della cremazione come la conosciamo noi. A questo punto la domanda sorge spontanea: come mai si sta diffondendo questa nuova tendenza? La risposta potrebbe riguardare una maggiore coscienza delle persone nella salvaguardia della terra, dato che per effettuare una sola cremazione solitamente si disperdono nell’aria circa quattrocento chilogrammi di anidride carbonica, che vanno a infierire non poco sull’effetto serra e quindi sul surriscaldamento del globo. Ma non solo, perché ridurre in polvere una salma può significare lo spargimento nell’aria di agenti inquinanti quali potrebbero essere il mercurio (basta che il corpo di colui che brucia abbia delle otturazioni d’argento per far si che ciò accada) o diverse tipologie di diossine, oltre a consumare elettricità e gas in quantità identiche a quelle utilizzate da una macchina per percorrere distanze enormi e pari a circa ottocento chilometri. Motivazioni tanto valide quanto buone, che non tutti interpretano come si dovrebbe, ragion per cui nascono numerosi dibattiti in merito.


La situazione italiana


In Italia la cremazione è un fenomeno che sta crescendo nei numeri in maniera vertiginosa, e l’esempio principale è quello della cremazione Roma, in quanto la Capitale risulta essere una delle città con il più alto tasso di morti cremati in tutta la penisola. Ma se in Canada, dove la percentuale dei corpi cremati raggiunge la metà dei morti totali, questa moderna tipologia di conservazione delle salme si sta espandendo a macchia d’olio, siamo sicuri che in Italia, dove il fenomeno pur essendo in crescita non raggiunge ancora percentuali di rilievo, verrà preso seriamente in considerazione? Al momento non esistono risposte a questa domanda, ma non è da escludere la possibilità che in un futuro prossimo anche noi italiani ci convinceremo a lasciare degnamente questo mondo compiendo l’ultimo gran bel gesto della nostra vita a favore di quella natura che per anni abbiamo combattuto (e combattiamo tutt’oggi) senza mezzi termini soltanto per una mera questione di interessi economici e di potere.